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San Cristoforo - chiesa di San Giovanni - Tubre |
Naturalmente, la frase in sè è
chiara: una persona durante uno scambio di opinioni contrastanti, decide, che
siccome l'altra non cede di fronte ad un ragionamento, è meglio lasciar perdere
e "accusarlo" di essere nella ragione. E' capitato anche a voi? E' un
paradosso!? Siccome, secondo me, non hai ragione, te la do. Capite l'assurdo?!!
Così si rimane padrone della discussione e della sua fine. Tu sei stupido/a a non
capire quello che capisco io, quindi mi tengo la mia, ti do ragione, io sono
superiore, un tantino offeso dalla perdita di tempo che questo parlare mi
impone, e tu sei un cretino/a. Non vi sembra questo quello che succede nel momento
in cui sentite quella frase?!
Ora, nello specifico, dare la ragione è offendere.
Perchè se si pone fine alla discussione, se si impedisce all'altro di esporre le
proprie convinzioni, anche se sbagliate, si compie una prepotenza.
Dare la
ragione a qualcuno equivale a mandarlo affan**** (perdonate la parola, ma non trovavo niente di più efficace).
In una discussione non è
importante stabilire chi ha ragione, ma avvicinarsi alla verità, insieme.
Non
bisogna essere d'accordo, alla fine, non per forza, anzi quasi mai, ma è
importante poter esprimere le proprie opinioni, buttarle lì sul piatto, metterle
alla berlina dell'altro e imparare da questo, se ha colto qualcosa che è
sfuggito, o scoprire il punto debole della sua argomentazione e capire qualcosa
in più di corretto nella propria, anche in un secondo momento.
Ho capito che, quando qualcuno scappa dal confronto, con le parole del titolo, ha paura. Non ha
fiducia in sè e nelle proprie idee e scappa.
Non è detto che abbia torto, che
come abbiamo detto alla fine non è tanto importante, ma ha sicuramente poco
rispetto di se stesso e degli altri.
Ho capito che la ragione, non è vero che la
si dà ai matti, la si dà a tutti quelli di cui si ha timore, ecco, forse si ha
paura anche dei matti, sì, forse è così.
Insomma non c'entra la ragione, c'entra la forza e la sicurezza in se stessi.
Perchè oggi vi scoccio
con tali considerazioni?!
Perchè, mai fino ad ora, ho avuto così chiaro il concetto ed
oggi, che mi hanno detto quel tanto hai sempre ragione tu! urlandomelo in
faccia e scappando, oggi, so di essere forte.
Vi giuro che fino a ieri, mi
sarei sentita in colpa e in difetto.
E voi? Da che parte state ? Vi prometto che
NON VI DARÒ RAGIONE!!!! Ahahahahahah!
Bacibaci
Il confronto non è mai facile, sebbene sia necessario, soprattutto con chi condividiamo la vita (famiglia, lavoro, amicizie…), tuttavia non tutti sono capaci di confrontarsi, perché questo comporta anzitutto il saper ascoltare e poi avere argomentazioni e saperle supportare, generalmente chi non sa ascoltare è già destinato a non sopportare un vero confronto e abbandona il campo, recriminando: pazienza. Ciao Ninin, buona serata.
RispondiEliminasinforosa
La pazienza...Cara Sinforosa, la pazienza è una virtù che la vita mi ha insegnato essere importantissima e alquanto rara, cerco di coltivarla, ho tanto da imparare, il mio "giardino" non produce ancora sufficienti frutti. Ma ci provo, dai! Un bacio
EliminaEh sì, Vale, il quieto vivere è sempre una buona motivazione. Bisogna imparare a lasciar perdere e portare pazienza, la maggior parte delle volte, come dice Sinforosa. La cosa che ho realizzato solo ora è che mi sentivo in difetto, se qualcuno me lo diceva, un po' in colpa e un po' stupida, a quel punto in dubbio di essere io nel torto senza aver avuto un confronto. Ho capito solo adesso che quella frase è una resa, ma neanche chi la pronuncia lo sa, si arrende inconsapevolmente. un abbraccio
RispondiEliminaIo nel relazionarmi con gli altri cerco di arrivare alla verità. Mi accorgo subito se l'altro cerca solo di aver ragione e smetto di ascoltarlo e nemmeno gli rispondo.
RispondiEliminaA volte non è la verità quella ricercata, ma la sopraffazione dell'altro. Non importa il fatto, ma la determinazione di chi ha più potere, il compromesso non è possibile, il dubbio non praticato.
EliminaHo ancora tanto da imparare sulle persone e il loro (anche il mio) modo di agire, ma so che chi cerca chiarezza, di solito, viene messo all'angolo, fatto tacere. Sono spesso combattuta tra il senso di giustizia e la resa, non sono zen, anche se aspiro ad esserlo e non riesco a rassegnarmi alla prepotenza. Chissà, forse il tempo che passa mi aiuterà...Ciao!
Già dalle prime righe mi sono trovata d'accordo con te e mi è molto piaciuta la tua sintesi, quando dici che dare ragione per troncare il discorso è un atto prepotente e di offesa. Condivido anche le tue conclusioni, anch'io ho imparato che chi urla, chi agisce in modo aggressivo e compagnia, è spesso molto spaventato e insicuro. Dovremmo proprio cercare di conoscere meglio il nostro mondo interiore, perché spesso crediamo di agire secondo il nostro stile o carattere e, invece, mettiamo in atto una semplice reazione.
RispondiEliminaNon aggiungo altro Pia, al tuo commento, chiarisce bene anche il mio pensiero. Buona domenica
EliminaMi è capitato di "dare ragione" alla fine di discussioni che non trovano comunque sbocco, non lo leggo solo in chiave offensiva, ma anche un modo di farla finita, di "arrendersi" vincendo comunque: "Ok, hai ragione tu, non si può discutere, non senti ragioni, replichi solo piccato, quindi mi rifiuto di seguirti su una linea arrogante. hai vinto tu, è stato un piacere, amici come prima". prova a leggerla così, non ti sembra diversa? ;)
RispondiEliminaBuongiorno Franco, l'ho sempre letta così.
EliminaCi sono persone con cui è difficile ragionare, sono d'accordo con te. Ma da oggi credo che non sia giusto chiudere il discorso con loro in questo modo. E' sufficiente dire "non siamo d'accordo" o "non la pensiamo allo stesso modo". Così ognuno rimane della sua, è vero, ma anche con la propria dignità, nessuno dei due si erge a giudice e soprattutto rimane il rispetto su cui si fonderà la nuova discussione (perchè le discussioni non mancano mai nei rapporti interpersonali). In quel "amici come prima", se leggi bene dietro le parole, troverai l'amarezza di chi forse prima "amico" proprio non era e forse mai lo sarà.
Mi rendo conto che sono sottigliezze le mie e che uno dovrebbe farsi scivolare addosso le cose, al momento si vive meglio, ma mi piace imparare , conoscere, a volte "spaccare in 4 il capello" della vita, andare a fondo e capire. Insomma una gran rompiscatole!!! Buona giornata
Il senso di un dialogo sta nel confronto fra idee diverse. È possibile che si cambi idea e si dica "però, hai ragione." Il più delle volte ognuno resta delle proprie idee e, in questo caso, non trovo giusto far "saltare il tavolo". Meglio sottolineare il proprio dissenso, almeno così si lascia all'interlocutore un dubbio e anche lui potrà chiedersi:"ma avevo davvero ragione, oppure sbagliavo?
RispondiEliminaCiao Fabio, scusa il ritardo nella risposta, ma ho qualche problema con il collegamento al blog.
RispondiEliminaSono d'accordo con te.
A volte quello che si deve a chi discute con noi è semplicemente rispetto, ma oggi ho capito che chi opera la fuga, ha solo paura delle proprie idee e del fatto che possano essere sbagliate. Buona giornata