giovedì 25 novembre 2021

Il significato che il rosso deve avere

Qualche tempo fa, leggendo un posti di Gus, che è molto attento al tema, presi l'impegno di scrivere di femminicidio.

Non ne so niente, se non le notizie, spesso frammentarie, di cronaca, purtroppo, quotidiana, e di solito non parlo di ciò che non conosco.

Il tema è complesso.

Riguarda tantissime riflessioni antropologiche, sociali, culturali, ma io, che sono semplice, lo ridurrò a un maschio che uccide una femmina.

Di fronte a questo non ho spiegazioni che tengano.

L'unica cosa di cui sono certa è che l'amore in questo caso non c'entra. Questi violenti, assassini,  non sono in grado di amare.

Sono madre di due ragazzi, due maschi. Ho insegnato loro che l'amore non è possesso, ma libertà. Il loro padre è stato un ottimo esempio in questo senso e sanno che mai li difenderemmo, se dovessero avere atteggiamenti violenti. Ho insegnato loro  a prendere consapevolezza della propria dignità e libertà, a distinguere tra il possesso e l'amore, a parlare con chi li ama davvero e, fondamentale, a scappare al primo segnale, alla prima paura provata. Se fossi stata madre di due femmine, avrei insegnato le stesse cose. 

Basta questo!? Non credo, forse ci vuole uno scatto di civiltà. Forse è bene che ognuno stia in allerta, che vigili sugli altri. Questo lo possiamo fare tutti, lo dobbiamo fare.

Non amo molto le giornate dedicate a qualcosa, quasi che dedicare un giorno dia l'alibi alla dimenticanza negli altri. Non amo vedere le manifestazioni retoriche, le prediche fatte perchè si copre un ruolo che lo richiede, l'aderire ad una idea perchè "oggi si fa così", perchè "mi è arrivato il messaggio sul telefono, sui social", non amo le iniziative di sole donne, anche se nel giusto e orgogliose. Mi fa orrore l'ipocrisia, soprattutto la mia. Mi piacerebbe invece che fossero gli uomini, i ragazzi, a  bloccare il violento di turno, l'amico che crede di poter minacciare la propria ragazza, la propria compagna, o anche solo quella giovane che non potrà mai essere una proprietà. Vorrei non rivedere più in tv il viso sgomento di quel figlio che ha ammazzato il padre per proteggere la madre e che ora, anche se assolto dalla responsabilità,  vivrà per sempre con l'intima colpa di una tragedia terribile. 

Insomma, vorrei che  ognuno nella propria situazione  (padre, madre, amico, fratello, sorella, vicino di casa, collega di lavoro) si prenda l'onere e l'onore di intervenire prima che la violenza si realizzi, di chiedere aiuto in tempo, vorrei avere e vedere occhi attenti, orecchi aperti e mani che bloccano e abbracciano. 

Altro non serve, altro è niente. 

Altro è il significato che il colore rosso deve avere.

5 commenti:

  1. I femminicidi sono tanti. Questi i numeri dal 2012 al 2021:

    127
    138
    110
    116
    115
    95
    94
    85
    96
    104

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    1. I numeri, in questo caso, sono persone, corpi e anime, sono tragedie, sono fatti. I numeri ci inchiodano a una realtà che non si può ignorare.

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  2. Un bellissimo post che sottoscrivo.
    Sono tragedie familiari che hanno conseguenze terribili non solo sulla povera vittima, ma anche su chi fa parte di quella fa miglia, per anni e anni, per sempre. Si rimane senza parole dinanzi a tali e tante violenze. Basta.
    sinforosa

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    1. Le violenze sono la punta dell'iceberg della sofferenza, sotto la punta ci sono un'enormità di persone che la subiscono, anche se non direttamente.

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  3. Eh sì, Vale, come in tante cose, si inizia da piccoli e con i piccoli.
    Un bacio a te

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