La primavera arriva, deve essere di pace

Hai 20 anni. Hai l'età di mio figlio minore. Sinceramente, se non fosse per la pelle liscia e giovane che hai, non l'avrei mai detto: mi appari molto matura.  Hai un viso luminoso, due occhi scuri e grandi e un sorriso che la mascherina non riesce a nascondere perchè ti sorride tutta la faccia. Hai un bambino dentro di te, tra pochi mesi rischia di nascere qui, se la guerra non finisce. Ne hai un altro, nato a casa vostra, bellissimo, con due fari azzurri che si spalancano con vivacità. Potresti essere mia figlia e loro i miei nipoti.

Mi ascolti con interesse e attenzione, dentro la tua felpa gialla, sei giovane e sveglia e vuoi imparare la lingua del paese che ti ospita. Non sai cosa sarà di te, dei tuoi figli e del marito che ti ha lasciato partire con un groppo alla gola e un macigno nel cuore. Eppure sorridi. La tua giovinezza con le sue energie ti arma di coraggio e ti spinge a guardare oltre la paura. Non riesco a pensare, non voglio pensare a cosa sarà di voi e della vostra vita, ti aiuto con la pronuncia delle sillabe ostiche, mi concentro sull'ortografia e insisto sulle doppie, maledizione di ogni straniero. Potresti essere mia figlia e la guerra ti ha portato via il futuro che sognavi.

Oggi è primavera e ogni giorno prego perchè la pace arrivi, perchè la pace è un vento buono, che permette alla vita di realizzarsi e alle donne come te di sperare. 

Oggi la mia primavera sei tu, con la tua giovinezza, con il tuo bambino in braccio e il tuo ventre sacro di maternità, sei tu perchè alla maledetta guerra tu rispondi con la vita.