martedì 6 maggio 2014

Il senso


Oggi sono un po' stanca di sentire discorsi razzisti.
Mio figlio, quello creativo, quello artista, quello che non mi dà retta, per Pasqua ha fatto un'esperienza umana.
Direi anche fisica.
Direi un'esperienza che ha avuto il suo senso.
Il senso dell'olfatto.

Gli scout gli hanno proposto qualche giorno di servizio in un C.I.E. alla periferia di Milano, con i profughi siriani (è stato un caso...riflettevo poco tempo fa sulla Siria...).
Qualche servizio in cucina, di pulizia, di gioco con i bambini.
I profughi erano circa 300, con due docce a disposizione.
Quello che ha impressionato tanto mio figlio è stato l'odore, delle persone.
E' venuto a casa con la memoria olfattiva per sempre segnata: l'odore del bisogno, della miseria, della disperata speranza, se lo ricorderà a vita.
All'inizio sono rimasta un po' interdetta dalla sua considerazione, credevo mi facesse discorsi più profondi, sull'umanità, sulla sofferenza, sulla povertà. Ma poi ho pensato che sia stato un bene che non si sia fatto subito travolgere dall'emotività, è stato un bene che abbia per prima cosa valutato se stesso, il suo senso di repulsione di fronte a quella situazione, che non abbia filtrato le sue sensazioni con preconcetti "buonisti".
Ha fatto del bisogno, dell'urgenza, un ricordo fisico, nessuno avrebbe potuto spiegarglielo meglio di così.
Gli ho solo detto che quella sensazione, come ha potuto sperimentare, non è così distante da lui, da  noi, anche in termini geografici, è vicinissima, ognuno di noi potrebbe diventare "profugo", di se stesso, della propria società.
La miseria umana non esclude nessuno, non è razzista, lei.
Per questo mi stanco a sentire i discorsi razzisti in questo periodo di elezioni europee, presunti capi partito che approfittano della miseria umana per farsi pubblicità, condividendo, con i razzisti convinti, argomenti di intolleranza e ignoranza.
Ci costa "l'invasione" dei profughi, in tanti sensi, ma quale altra alternativa abbiamo, se non accoglierli?
Se vedi qualcuno che ha rischiato la vita, cosa fai gli dici "scusa tanto, ma mi dai fastidio, vai a morire più in là"?!
Qual è l'alternativa a dargli un po' di speranza, un po' di cibo e la possibilità di andare in un luogo che lui stesso reputa più adatto a sè?! Perchè per tutti questi profughi il passaggio in Italia è obbligatorio, quanto temporaneo!
E allora, che dobbiamo fare?!
Io dico che dobbiamo ricordarci del nostro odore, che in un baleno, potrebbe diventare l'odore della miseria, che come ho già detto, non è razzista!!!

8 commenti:

  1. Spesso l'essere o non essere "razzisti" è puramente cerebrale. E' quando il profugo in senso lato prende una fisionomia precisa e un nome che mettiamo veramente alla prova le nostre idee e la nostra reazione ad una determinata situazione. Perciò, hai ragione, al di là di considerazioni profonde è meglio il pugno nello stomaco dell'"odore della miseria" per imprimere nella memoria quanta sofferenza vivano queste persone. E complimenti all'artista, perché è più facile dirle certe cose che viverle in prima persona.

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    1. L'artista ha il talento "sociale", se solo ne fosse più consapevole! :))))
      ...ma ha tempo...

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  2. Credo che le sensazioni provate siano molto più che fisiche e che racchiuse in una sensazione olfattiva, anche più facili da gestire...non deve essere stato semplice elaborare ciò che ha visto

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    1. Ha avuto la fortuna di fare tale esperienza insieme ad altri, coetanei, ma anche a ragazzi più grandi, ha potuto pregare e riflettere: credo che sia stato un modo positivo di vivere quei giorni. Ciò che in lui sedimenterà, se lo ritroverà come bagaglio per la sua maturità umana. :)

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  3. che bravi gli scout a fargli fare un'esperienza del genere. lo segnerà a vita, nel senso buono. capisco lo sdegno per certe cose che si sentono... ho fatto un esperienza simile a quella di tuo figlio, ti cambia il modo di vedere l'umanità. sul serio! e certe cose non le tolleri più!

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  4. Ninin, le tue riflessioni racchiudono anche il mio pensiero. E' una realtà che fa star male, davvero. E tuo figlio ha avuto modo di fare un'esperienza importantissima.
    Ti abbraccio, ciao.

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