giovedì 25 settembre 2014

Lo stupore del lavoro

COCCINELLA O...?

Il lavoro è lavoro, anche se nessuno lo paga.
Su questo concetto non intendo discutere.
Il lavoro non è un concetto economico, non nel suo significato originale.
Lavorare significa fare qualcosa con fatica.
Il lavoro è fatica.
Ma il lavoro permette di ottenere un fine, che sia fisico e materiale o intellettuale e spirituale.
Il lavoro quindi è caratteristica di ogni essere umano e oserei estendere il concetto anche agli animali.
Detto questo, quale è lo stupore di vedere qualcuno lavorare?!

Quest'anno ho ritenuto necessario dare una sistemata al giardino.
Non ne potevo più del muro di cemento armato che il falsogelsomino riesce a nascondere solo in parte e l'ho decorato con questi, vi ricordate?
Poi la palma, tolta con mille fatiche e la certezza che mai ne pianterò  un'altra in vita mia!
Poi-poi è arrivato il momento della riverniciatura della cancellata davanti: sfoltire grandemente le siepi...grattare ruggine...mettere l'antiruggine...verniciare...era da 17 anni che era lì a sbiadire: il Principe Felice era nella mia pancia che non si decideva a nascere e mio Marito dava il colore.
E poi il rush finale con l'ultima parte della cancellata, quella laterale, che non è mai stata colorata ma solo trattata con l'antiruggine, e di nuovo: grattare ruggine...mettere l'antiruggine...verniciare...
A chi non l'ha mai fatto, può solo sembrare un elenco di azioni, invece è lavoro, duro anche.
Come ogni lavoro va fatto bene, in maniera organizzata, per non doverlo rifare, per dare un aspetto decoroso alle cose, per ottenere un risultato che sia migliore del punto di partenza.
Cosa insegna lavorare?
Insegna che i risultati si ottengono con impegno, che è necessario riflettere prima di agire, per non sprecare le energie, che la fatica è insita nel lavoro, non si scappa, che si può avere piacere nel faticare, perchè se ne godono i risultati, che fare qualcosa dà sicurezza in se stessi.
Non vi sembra un elenco di obiettivi che predicati ad un adolescente rimangono completamente inascoltati, ma se provati in "3D" diventano efficaci?!
Quindi, avrete capito che... i miei figli hanno lavorato!
A parte il murales, hanno lavorato in tutte le altre attività.
Non volentieri, spesso con proteste e pigrizie, in un attimo diventavano vecchi acciaccati, incapaci di stare in piedi per più di mezz'ora o sparivano per qualche ora, in bagno (pausa toilette!), o in cucina (vado a bere...), o in qualsiasi luogo distante dall'opera, ma hanno lavorato e anche con buoni risultati, con mia grande sorpresa.
Ora vi esprimo invece la mia perplessità di fronte alle reazioni dei passanti: tutti ci guardavano al loro passaggio, qualcuno si è addirittura fermato a scambiare 4 chiacchere, dalle auto strabuzzavano gli occhi, dalle bici guardavano senza vergogna (il Piccolo Principe ha anche capito e comunicato al fratello che basta guardare chi ti guarda, perchè questi distolga gli occhi!), e tanti, credo tutti, si stupivano.
Si stupivano che due ragazzi lavorassero per la loro casa, che fossero impegnati in una attività che di solito vedi fare a pensionati che devono occupare il tempo o a imbianchini di professione, ma nessuno, dico nessuno è rimasto scandalizzato. Meravigliati, invece.
Ecco alcune frasi che hanno lasciato i passanti:

  • Ma che bravi che siete! Ma siete già così grandi!?
  • Ma tu sei quel bambino...mi sembra ieri che vedevo il nastro azzurro della tua nascita! (P.P.)
  • Fai bene a far pitturare i tuoi figli, lo avessi fatto io con i miei!
  • Adesso che ho visto i tuoi figli, ho deciso che anche il mio farà dei lavoretti in casa, del resto io li ho sempre fatti, qualcosa si impara sempre...
  • Bravi ragazzi, siete proprio bravi!
  • Li schiavizzate questi figli, eh!!! Ah, ah, ah!

Cosa vi posso dire? Mi sono stupita anch'io delle reazioni!
Così tanta meraviglia dimostra che davvero questi due ragazzotti sono mosche bianche.
Perchè non chiediamo ai nostri figli di darsi da fare?
Cosa è successo? Cosa ci siamo persi?
Non so se l'operazione educativa abbia funzionato, di certo hanno imparato che lavoro è fatica e che spesso è gratuito, come è stato il loro.
Del resto tanto ricevono, qualche volta è bene che anche loro diano.

Ah!
Spero che miei figli un giorno trovino un lavoro che sia faticoso, ma anche che piaccia loro tanto, ma tanto, che poi a fine giornata possano guardare e dire
"Beh, però sono stato bravo! Non credevo di farcela, invece sono soddisfatto di me!|"

Siete stupiti anche voi?
COCCINELLA? NO!
CASSETTA PER LE LETTERE? SÌ!!!
;DDD

9 commenti:

  1. Certamente sono stati bravissimi loro a farsi coinvolgere e a metterci l'impegno necessario, ma soprattutto tu perché hai trasformato un'attività manuale in qualcosa di molto più importante e duraturo: insegnare la soddisfazione di fare da sè.
    Ottima squadra come sempre :)

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  2. Ottimo insegnamento, meglio di mille 'pistolotti' che entrano da un orecchio e escono dall'altro.
    Il tuo cortile è uno spettacolo!!!

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  3. E brava la mia Ninin. Così s fa.
    A casa nostra ci sono i turni per spreparare e la grande ha imparato a fare qualche cosa un cucina. Ma quando c'è qualche lavoretto extra sono bravissimi a dileguarsi.
    Dimmi dimmi, Ninin, che metodo usi per "braccarli"? ;-)

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    Risposte
    1. Metodo coercitivo...cara Alice...
      Da grandi si può....;)

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  4. No, no , Valeria, non confondiamo: tuo figlio é decisamente bravo e responsabile, i miei non farebbero mai lavori spontanei.
    Tanti auguri al tuo giovane Uomo!
    :)

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  5. Sei una grande, ma questo te l'ho già detto :)

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