mercoledì 2 dicembre 2015

Primum vivere


Ho appena finito di leggere Suite francese di Irène Némirovsky, grandissima scrittrice: prendete uno dei suoi libri a caso, leggetelo, poi andate a vedere la sua biografia e non potrete che amarla.
Cooomuuuunque.....ho trovato, tra i tanti, un brano che mi è rimasto particolarmente caro, perchè parla di noi, della nostra storia, del nostro vivere.
I due che parlano sono marito e moglie, si ritrovano in una Parigi occupata dai nazisti, affrontano le loro paure.  Eccolo.

(...) Ma allora cos'è che ti conforta?
La certezza della mia libertà interiore, disse lui dopo aver riflettuto questo bene prezioso , inalienabile, e che dipende solo da me perdere o conservare. La convinzione che le passioni spinte al parossismo come capita ora finiscono poi per placarsi. Che tutto ciò che ha un inizio avrà una fine. In poche parole, che le catastrofi passano e che bisogna cercare di non andarsene prima di loro, ecco tutto. Perciò, prima di tutto vivere: Primum vivere. Giorno per giorno. Resistere, attendere, sperare.
Jeanne lo aveva ascoltato in silenzio. Poi, all'improvviso, si alzò e afferrò il cappello che aveva lasciato sulla mensola del caminetto. Maurice la guardò stupito.
Il mio motto, invece, è Aiutati che il ciel t'aiuta disse lei. (...)
I. Némirovsky
SUITE FRANCESE
ED. Adelphi

Cosa ne dite? Da che parte state?

8 commenti:

  1. Teoricamente dalla parte di Maurice. E' assennato e prudente.
    Ma nella pratica se mi conosco appena un pochino, credo che non potrei mai stare con le mani in mano solo li ad aspettare che passi.

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  2. Credo che il difficile sia dosare azione e attesa. Ci sono momenti in cui muoversi può essere un'imprudenza e altri in cui stare fermi è solo un risvolto della paura.
    In guerra chissà come mi sarei districata da questo dubbio, ma ai giorni nostri sceglierei di agire, guardandosi le spalle, ma agire sempre.

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    1. ecco, hai ragione. E' questione anche di equilibrio, di giusta azione e giusta attesa.

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  3. @Andretta @ Alice @ Valeria
    Eh, eh! Sono stata un po' cattiva! Vi ho chiesto di prendere una posizione.
    L'autrice dà la sua versione, nelle righe successive a quelle che vi ho proposto. Non c'è quesito, non c'è scelta, lei risolve subito.
    Ma io ho ondeggiato tra Maurice e Jeanne, trovandoli entrambi attraenti e avrei voluto essere loro, ognuno di loro, per un momento soltanto, invece...invece la grande scrittrice zittisce e continua dicendoci che Jeanne esce e trova un lavoro per entrambi, lei è determinata e attiva e torna a casa trionfante, rinfacciando a Maurice la sua ragione e lui, coerente e spiazzante, le risponde che lei sì aveva risolto la situazione, ma lui, lui, aveva sperato!
    Le due cose non si contraddicono, non lavorano contro, le due cose sono necessarie e complementari.
    Non è, la Nemirowsy , una scrittrice meravigliosa?!

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  4. Non so Ninin, a volte sperare soltanto non basta. Lei ha sperato e si è mossa di conseguenza: atteggiamento positivo ma anche propositivo. Essere solo ben disposti, ma non fare niente, non porta granché, anche ai giorni nostri. ;)

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  5. Penso che la speranza sia fondamentale, perché senza di essa siamo tutti già morti. Dopodiché però deve portarti all'azione, a cercare di concretizzarla, questa speranza. Altrimenti è una bella disposizione di spirito, che magari ti aiuta a vivere o a sopportare tante cose, ma nel concreto lascia il tempo che trova. No?

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  6. Ninin...Buone Feste!!! Spero tu le trascorra serenamente e gioisamente con i tuoi cari!
    Soprattutto Buon Natale, nello Spirito di Gesù Bambino che nasce ancora per portarci amore... Ti abbraccio!

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    1. Ciao Maris, ricambio con affetto gli auguri e voglio allargarli in particolare ai tuoi bambini...io in casa non ne ho più, per il momento...
      Bacioni

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