venerdì 11 settembre 2020

Contro il muro



Esco di corsa. 
L'infermiera gentile (qualche volta gli angeli si incontrano) mi ha detto di andare via veloce, 
Nasconda nella borsa!
Non ho fatto niente di male, neanche lei, anche se non ha rispettato le regole. 
Le avrò fatto pena. Ero distrutta, sudata, nella giornata di luglio più calda , dopo un viaggio infernale sui mezzi pubblici di questa città tentacolare.
Non può ritirarlo ora Solo dopo le 12!
queste le parole della sua collega, che mi hanno fatto quasi disperare. 
Mi sono messa vicino alle sedie dell'attesa, cercando di far luce tra i pensieri e decidere come e dove aspettare l'ora e mezza che mi separava dalle 12. 
In un istante lei mi è passata accanto, mi  ha preso dalle mani il tagliando per il ritiro e in un attimo mi ha consegnato la busta, non sono neanche riuscita a ringraziarla come avrebbe meritato.
Esco di corsa, dicevo.... Scendo i gradini, è tutto grigio, anche se la giornata è più che assolata. 
Ho il fiato corto. 
Prendo il viale, avanzo un po', bevo un po' di acqua e apro la busta. 
Leggo velocemente, cerco le parole chiave, quelle che mi fanno paura e quelle che mi rassicureranno. 
Le trovo, il cuore accelera, il fiato si ferma, rileggo. Sospiro. Con calma rileggo la seconda volta, ah no!, mi sono sbagliata, questo c'era già, non è maligno, no...però...c'è qualcosa d'altro...mi appoggio al muro, devo riprendere fiato e calmarmi. 
La mia camicia nera, appoggiata al muro grigio, per un attimo credo che non riuscirò a rileggere, guardo in terra, è grigio anche il marciapiede, la gente per fortuna passa dall'altra parte, non c'è neanche un posto dove sedersi, in questa città ci si può solo muovere, mai fermarsi.
Rileggo di nuovo, cellulare alla mano per tradurre. Devo capire bene, parola per parola, devo sapere cosa riferirgli, come farlo. 
Mi scoppia il cuore oggi e devo ancora tornare verso casa, a piedi, metro, treno, piedi, devo muovermi,  non voglio perdere il treno. Ancora un attimo, però, devo capire. 
Ok... la questione è in progressione, quella che non fa paura, ma c'è dell'altro, c'è un dubbio
Un dubbio da approfondire. 
Faccio ricerche su internet, tutto potrebbe essere, ma meglio prepararsi al peggio, meglio armarsi...di nuovo: neglio prepararsi al peggio. 
Dovrò tradurre a mio marito il contenuto del referto, devo arrivare a casa già tranquilla della mia comprensione, devo farmi trovare razionale e e concreta e devo inghiottire, come so fare io, la mia ansia. 
Ecco, adesso riparto, torno a casa, sospiro ancora un po' e mi appoggio per qualche secondo, mi appoggio contro il muro...troppe volte  mi sono sentita con le spalle al muro in questi anni, mi sembra di non avere più forza di reagire...per fortuna so pregare...e lo faccio...  
- fine prima parte -

1 commento:

  1. Mammamia Ninin non lasciarci col fiato sospeso, intanto prego con te. Un abbraccio grande.
    sinforosa

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