venerdì 30 agosto 2013

Patria...impossibile accedere


Questa piccola narrazione di un'avventura imprevista, non può che spingermi ad una riflessione che va oltre l'episodio in sè.
Ecco le circostanze.
Sabato scorso abbiamo fatto una piccola gitarella.
L'obiettivo era far visita al battello Patria, storico natante a vapore che navigò sul Lago di Como.
Perchè era da visitare?!

Perchè lo hanno appena restaurato, il suo motore a vapore è qualcosa che è difficile da "trovare in giro" e l'Allegra Brigata, composta da Principi e Cavalieri (gli amici del Piccolo Principe) con relative dinastie, lo aveva scelto come oggetto interessante da conoscere.
Armati di buona volontà facciamo per intero la passeggiata che costeggia il lago, a Como, respiriamo un'afa, che a casa  non sentiamo più, ci stupiamo anzi del caldo, guardiamo speranzosi il cielo, visto che di lì a qualche ora è previsto un forte temporale, ci avviciniamo al molo di Villa Olmo, dove il Patria è ormeggiato.
Strano, non c'è nessuno che sale, le visite guidate sono gratuite e la gente nei giorni scorsi non è mai mancata.
Non sarà mica chiuso?!
Il nostro organizzatore di turno (il papà del Cavaliere Templare) ripassa velocemente gli orari di visita, no, non c'è nessun errore, dovrebbe essere aperto.
Più ci avviciniamo e più la speranza  prende il largo (cogliete l'espressione nautica, vi prego!).
Ci dobbiamo arrendere alla realtà: il cancelletto è chiuso, la visita non si può fare.
Rileggiamo il biglietto con gli orari, ma come, ci conferma che dovrebbe essere aperto, ma che è successo????
Nessuno lo sa, non lo sanno i turisti che vanno via sconsolati, non lo sanno gli alpini che si erano resi disponibili al servizio d'ordine, non lo sa la giovane cronista che chiama il mondo intero, senza avere la minima informazione, non lo sanno quelli della Villa Olmo, che non se ne interessano, sembra quasi per principio! Niente, nieeenteeee!!
La realtà è dura ed è questa:
chi ha organizzato la visita al Patria, non ha aperto, anche se avrebbe dovuto, e nessuno sa il perchè, noi rimaniamo sconsolati sul molo, a immaginare ciò che non vedremo, e confusi dal comportamento inefficiente e misterioso che ha impedito di mettere un semplice cartello con questa scritta: CHIUSO.
Cosa fare? Rimanere, aspettando che prima o poi qualcuno arrivi? Andarsene, sdegnati? 
Il temporale ha deciso per noi, abbiamo fatto in tempo a tornare al parcheggio e il diluvio ci ha stanato. Siamo tornati a casa come Mosè ha attraversato il Mar Rosso, dividendo le acque (senza interventi divini, per carità, semplicemente guidando l'auto), con le pive nel sacco!
Ora, qual è la morale, indotta, contemporanea e attuale di questa storia?
Proviamo ad allargare lo sguardo:
la nostra patria è bella, preziosa, attraente e misteriosa, ma chi ne ha le chiavi, non ci permette di viverci, di goderne, ce la mostra così, da lontano, senza una spiegazione, senza affidabilità, senza pietà.
La cosa che vorrei fare in questi momenti è imitare quest'anatra:

nascondere la testa sott'acqua e mostrare il popò!

Ma ciò che più mi spaventa è che, di questo passo, finiremo tutti così:

O NOOOOOOO????????

8 commenti:

  1. Di sicuro a chiedere di motivi e spiegazioni saranno pronti a darne parecchie...tutte fasulle probabilmente e spesso la triste realtà e' chi lavora seriamente e' merce rara.

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  2. mah... io non commento perchè se commento sputo fiele.

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    Risposte
    1. Pensa che i poveri alpini, volontari per il servizio d'ordine, si sono pure pagati il parcheggio a pagamento, per stare lì. Non solo hanno dato il loro tempo, ma hanno anche dovuto pagare! Veramente troppo!!!

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