lunedì 21 ottobre 2013

Un buon tacere non fu mai scritto.


Il titolo di oggi è una frase che ripeteva spesso la nonna materna di mio Marito.
Lui non se ne ricorda, perchè morì prima che lui nascesse, ma me l'ha riportata una sua cugina, che invece ha vissuto con lei.
Saggezza contadina.
Che va bene anche nel mondo moderno.
Vi racconto perchè.
La vedete la borsa lì, nella foto?

E' un regalo, che ho copiato da questo sito.
Mi è piaciuta subito, l'avrei fatta per me, ma poi ho pensato che potesse essere un regalo bello e allora l'ho fatta per una cara amica.
Fin qui tutto bene, se non fosse per il fatto che dovevo inserire quel manico in cuoio, che è, diciamocelo, la parte interessante di una borsa di per sè banale..

Ho cercato ovunque i rivetti e gli occhielli adatti, senza trovarli e alla fine mi sono rassegnata ad andare da un artigiano del cuoio, in un paese a qualche km da casa.
Il tizio in questione, al quale ho spiegato il gioco della fibbietta, mi è sembrato molto disponibile e, pur dandomi come consegna un'attesa di un'intera settimana, mi ha reso abbastanza contenta della scelta: avrei preferito fare da sola, ma dare lavoro agli artigiani, di questi tempi, non significa solo aiutare la microeconomia, ma anche riconoscere l'utilità di professioni un po' dimenticate.
Il giorno prima del ritiro, chiamo per sapere se il lavoro è stato fatto e se posso ritirare la borsa come stabilito:
La sto facendo ora, domani puoi venire a ritirare con tranquillità. (Notare il suo uso del tu: io con lui ho usato solo il lei)
Nella tarda mattinata del giorno seguente mi reco alla bottega e trovo il cartello:
Sono fuori rientro alle 11.30 per emergenza telefonare al n............
Uffa! Manca mezz'ora, cosa faccio?
Mentre ritorno in macchina per decidere se aspettare o se  fare un giro al supermercato, lo vedo arrivare.
Entro nel locale.
Buongiorno, sono venuta a ritirare la borsa, ci siamo sentiti ieri.
Ah, già, ehm...c'è un problema - mi dice, mostrandomi il lavoro ancora da fare completamente - il manico scorre poco nell'occhiello, cosa faccio rifilo il cuoio?
Va bene - gli dico - se secondo lei è meglio, aspetto.
No, non lo posso fare ora, non ho tempo.
Questa cosa mi indispone molto, perchè ieri mi ha detto il contrario e poteva avvisarmi al telefono, visto che aveva il mio recapito, ma non cedo all'istinto di arrabbiarmi (ho deciso che non mi arrabbio più!).
Allora gli chiedo se può vendermi gli accessori, che ci penserò io a casa.
Lui sembra d'accordo, ma si avvicina con i rivetti e mi dice che il lavoro che farei a casa non sarà mai pulito come quello fatto lì, con i suoi strumenti.
Io a questo punto rispondo:
Sicuramente il lavoro che farò a casa non sarà all'altezza del lavoro del professionista, ma il professionista non lo ha eseguito... vi assicuro che non ho pronunciato questa frase con rabbia o isterismo, ma il tono era tra il serio e il faceto e mi aspettavo un sorriso ironico di rimando, perchè, davvero, quello in torto era lui.
Invece...il tizio, sbraitando, inizia a dire che lui è pieno di lavoro, che ha un sacco da fare, da non avere tempo per nulla, io asserisco  che sono contenta che abbia lavoro, davvero!
Ma lui anzichè riprendere il controllo mi urla testuale:
Non mi devi rompere le pa**e sulla questione del professionista, perchè io sono un professionista e il mio problema è non dire di no a chi lo merita!
A questo punto capisco che il personaggio è davvero disturbato e il torpiloquio non è ammissibile.
Mi aspetto che mi porga la mia borsa per andarmene e TACCIO.
Lo guardo, in attesa, e faccio silenzio, io sono calmissima, di una calma stoica.
Con movimenti  scattosi, via via sempre meno nervosi, vedo che sta facendo quello che gli avevo chiesto, anzichè consegnarmi la borsa.
Dopo dieci minuti (10 minuti di lavoro!!!! Alla faccia delle tante cose da fare) mi porge la borsa, pronta.
Gli chiedo quanto vuole.
Mi risponde con lo sguardo basso e la voce indecisa, quasi paurosa.
Gli do i suoi soldi, lui mi porge la ricevuta, dicendomi : Mi dispiace, finalmente rientrato in una forma umana.
Gli rispondo:  Buona giornata, con un tono neutro ed evitando qualsiasi sguardo di intesa.
Mi dice: Buona giornata anche a te.
Esco dalla bottega, salgo in macchina, non so che pensare, ma la storia mi ha lasciato interdetta.
Non credo di aver niente da rimproverarmi e sono contenta della mia reazione silenziosa, il silenzio è stata la soluzione migliore di fronte all'esplosione inspiegabile del tizio, ma non posso fare a meno di chiedermi cosa ha spinto quel tipo ad una reazione così spropositata, alla rabbia e poi alla conseguente sottomissione nei miei confronti, di una donna in silenzio.
La saggezza contadina della nonna di mio Marito mi ha soccorso, in questa giungla submetropolitana, ma questo vuol dire che siamo ancora fermi a 60 anni fa: ad una società selvaggiamente rurale o saviamente e inconsapevolmente zen?


10 commenti:

  1. Oddio Ninin, complimenti davvero per il tuo self control!!!
    Non so cosa abbia scatenato quelle reazione furiosa, probabilmente il tipo era sotto pressione per qualche motivo e la tua frase ironica lo ha mandato completamente fuori dai gangheri, salvo poi rendersi conto della cazzata che stava facendo e scusarsi.
    Certamente per mettersi a trattare una cliente in quel modo, tanto registrato non deve essere.
    Sei stata coraggiosa, io al suo scatto penso me la sarei data a gambe!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non credere che non l'abbia pensato, è stato il primo pensiero, quello di andarmene, ma poi mi sono detta che non avevo fatto niente di sbagliato e che ogni tanto è giusto avere l'orgoglio della ragione.
      Che momento però!!! ;)

      Elimina
  2. Complimenti sul serio e una triste riflessione: se non ci facciamo un mea culpa, questa società finisce male, e' banale ma vero!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, è vero, ci sono segnali brutti che arrivano da tutte le parti.
      Però io credo che bisogna sforzarsi di trovare il positivo ovunque e, in fin dei conti, a vergognarsi è stato lui, il maleducato. Forse c'è speranza... :)

      Elimina
  3. Oh mamma mia! Ma davvero sei stata bravissima tu, guarda! Io non so se avrei saputo star calma davanti a quella sparata che ha fatto il tizio!!
    Mi complimento per la saggezza antica e con te, dunque.
    Un bacio!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In realtà sono stupita anch'io della mia reazione, forse in un altro tempo avrei risposto male e sarei andata via sbattendo la porta, o forse sarei scappata via per togliermi dal disagio, soprattutto perchè colta alla sprovvista.
      Ma, questa volta, è stato un bene che abbia dato retta alla mia parte razionale e al bisogno di essere superiore alla volgarità, di solito lascio perdere, anche se, a dirla tutta, una situazione così non mi è mai capitata.
      Comunque, la sensazione più intensa che avevo uscita di lì era di scoramento, per il potenzialmente bello che ognuno ha, ma che si trasforma in una triste mancanza di rispetto. :(

      Elimina
  4. che mito che sei! soprattutto per aver tenuto testa in modo non iroso. io non credo ne sarei stata capace, ma tu sei saggia!oramai lo so!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mah, io non lo so se sono saggia, ma una cosa saggia mi è venuta: tacere! ;D

      Elimina
  5. Taccio molto pure io, e anche nella mia famiglia è assai in uso il saggio proverbio :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Nell'era della comunicazione, il silenzio diventa un'arma efficacissima. :)

      Elimina

Lasciami il tuo pensiero...

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...