lunedì 17 novembre 2014

Acqua, ovvietà e Chagall.


Chagall - dal web
Il mio paesello si sviluppa lungo un torrente.
Un torrente conosciuto fin dai tempi dei Romani, che di qui passavano volentieri, che qui hanno lasciato anche delle cosine di uso quotidiano, qualche tazza, una tomba (forse) e diversi oggetti, oggi conservati al museo archeologico di Milano.
I Romani, nella loro infinita saggezza, ma anche e, soprattutto, perizia nel governo delle acque, avevano fatto un accampamento ad ovest il torrente, calcolando con precisione che se il corso d'acqua avesse tracimato, sarebbe uscito verso est, sud-est, per la precisione.
E così ha fatto il torrente, come da copione millenario.
E non si è fermato, perchè l'acqua non ammette freni, lo sappiamo dai tempi di Noè, non è vero?!
Ha percorso il suo solito cammino, più veloce e più voluminoso che mai e dove ha trovato impedimenti è uscito "dal seminato" è ha inondato case, strade, fogne, cantine, garage, metropolitana, tutto quello che si è frapposto tra lui e il suo destino non è stato risparmiato.
Dobbiamo stupircene?
Dobbiamo gridare allo scandalo?
Dobbiamo prendercela con le autorità?
No, la natura decide. Punto.
L'unica cosa che non possiamo fare è ripetere l'errore madornale di tentare di costringerla.
Aaahhhh, se ci fosse ancora Noè!
Cooooooooomunqueeeeeeeeeeeee.....
Ieri, nel caos dei trasporti milanesi, nel blocco di parti di città,  a causa della fuoriuscita del Seveso e del Lambro, sono andata a vedere la mostra di Chagall.

La giornata era splendida, a dispetto dei giorni scorsi e di oggi, in cui piove, piove, piove.
Il cielo bello e terso, il sole caldo, e il centro di Milano pieno come non mai di persone con voglia di stare all'aperto ad asciugarsi le ossa umide.
Dopo un'ora di viaggio (laddove di solito ci vogliono circa 15 minuti) e un'ora e mezzo di coda per entrare alla mostra (poco, considerando che chi è arrivato dopo di noi ha aspettato sicuramente di più) siamo riusciti finalmente ad accedere ai corridoi di Palazzo Reale.
Le mie aspettative erano piuttosto alte, ho guardato un dvd sull'artista prima di andare alla mostra, ho cercato informazioni e curiosità  e in parte sono stata soddisfatta dalla visita, ma in parte no.
Mi è piaciuto tanto lo Chagall giovane, che dipinge il suo paese, le persone del suo quotidiano, sua moglie, di cui fu molto innamorato e di cui ci ha lasciato immagini gioiose e colorate.
Chagall - dal web

Mi è piaciuto meno l'anziano, le tecniche mischiate, i colori più sfumati e meno definiti, i tormenti della sua religione, del nazismo, della sofferenza dell'umanità.
Chagall - dal web
Ha avuto una vita lunga Chagall, sicuramente intensa. Ha avuto un dono grande e un'arte da condividere, ha amato molto e ce lo ha comunicato attraverso le sue opere.
Ma una delle cose che mi ricorderò di più di questa mostra è l'attesa per accedervi e un giovane, davanti a me e mio Marito, solo, che pensavo essere inglese, forse americano e che invece era di Vitebsk, la città natale di Chagall, e quindi suo orgoglioso concittadino, era un giornalista bielorusso e ci ha tenuto a precisare: "Io no russo, no russo (come) Putin, no, no... io BIELOrusso!".
E qui, cari amici, si può aprire la parentesi sull'ex Unione Sovietica e sui  suoi ex Stati membri, ma sarà una riflessione a cui dedicare più di qualche riga...alla prossima!

1 commento:

  1. Che bello suscitare interesse! :D
    Se tu potessi fare un giretto a Milano, potresti vedere dal vivo le opere!
    Chagall è un artista che divide, o ti piace o non ti piace: a me piace!
    Un bacio

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