venerdì 5 giugno 2015

Libertà

Cos'è la libertà?
Non esiste una sola risposta. Non esiste un solo momento della vita in cui poterla definire con precisione e certezza. E' una di quelle parole che richiama migliaia di immagini, di eventi, di sentimenti, di materialità e astrattezze. La libertà è inafferrabile, difficilmente riconoscibile, sfuggente e impossibile, come la felicità. E come la felicità, legata ad essa, è l'aspirazione di ogni anima.
Ma al contrario della felicità, la libertà fa soffrire. Perchè ha un prezzo altissimo. La felicità può capitare, la libertà va conquistata e lascia sul campo le sue "vittime": chi conquista la libertà deve rinunciare sempre a qualcosa, sempre.

Adamo ed Eva hanno rinunciato al giardino dell'Eden.
Perchè di questo si tratta quando si parla di Adamo ed Eva, lo sapete no?, non si parla di disobbedienza, si parla di libertà. Avevano un'unica restrizione, ma era quella restrizione che non li faceva sentire liberi e quella libertà se la sono presa. E Dio li ha lasciati andare, si è reso conto che tutto il bene che lo legavano a Lui non era sufficiente, che la libertà va oltre l'amore. E loro hanno pagato la loro libertà, in fatica e sofferenze, aspirando a tornare da Dio. E' quello che fanno i credenti, aspirano a tornare da Dio. Per un credente Dio non è mai assente, neanche quando capitano cose orribili, Dio ha deciso di lasciare l'anima libera e aspetta che l'anima scelga di desiderarlo.
Io sono una persona libera? No. Non lo sono. Perchè l'anima fuori dal giardino dell'Eden ha altri "padroni": la morte, per esempio (che da che esistiamo ci ricorda che lei arriverà e si avvicina sempre di più) e quindi la vita materiale, banalmente la fame, la sete, il bisogno di amore, la paura della solitudine, la paura di affrontare le difficoltà, ma anche chi è più potente di te, chi è più forte di te e ognuno aggiunga il suo personale "padrone".
Il sentirsi liberi, invece corrisponde ad uno stato d'animo che ti fa considerare che nonostante tutti i padroni che governano la tua vita, puoi vivere leggero, perchè la tua anima trova la sua essenza e la sua profondità, che la lealtà verso il proprio essere interiore ti permette di essere non libero, ma vero e quella verità ti permette di alla vita, allo spirito, al divino, al giardino dell'Eden.
Dove voglio arrivare con il post di oggi?
Voglio segnare un passaggio. 
Voglio ricordarmi che ho detto ad Adamo che la porta del giardino è aperta e che la libertà che tanto desidera è lì, da cogliere. Con tutte le sue incognite.
Adamo, come avrete capito, è il Principe Felice.
Sono ormai anni che le nostre lotte si combattono sulla questione della libertà.
Depongo le armi, prendo esempio da chi sa: il Dio del giardino è sapiente.
Tutte le discussioni di questi anni di adolescenza, ma anche prima in realtà, erano camuffate da altro: la mia pretesa di un rapporto sincero, la sua pretesa di saperla più lunga di chiunque, il mio sforzo di essere da esempio, il suo rifiuto per il mio esempio del tutto inadeguato ai tempi, il mio desiderio di insegnargli a discriminare le belle, dalle brutte esperienze, la sua voglia di provare qualsiasi cosa, il mio aiutarlo a conoscersi  e il suo rifiuto ad un'analisi di sè.
Ha ragione lui. 
Ha ragione a voler dire balle , o meglio, a costruirsi una realtà che gli piaccia e che imbroglia un po' gli altri: tutti ne sono più contenti, la verità mette in cattiva luce.
Ha ragione a voler bere alcolici, così per provare, lo fanno tutti, non è grave.
Ha ragione a voler fumare, in fin dei conti una sigaretta ogni tanto, non uccide, toglie lo stress.
Ha ragione a voler tornare a casa quando decide lui, sarebbe l'unico al mondo a dover rispettare gli orari altrimenti.
Ha ragione a non darsi da fare per la scuola, per la famiglia, è giovane e deve fare esperienza, nessuno è davvero serio e responsabile alla sua età.
Penso davvero che abbia ragione, penso che se in questi anni, dedicati alla sua crescita, alla sua salute, al suo accudimento, alla preoccupazione di fornirgli tutte le capacità per affrontare le difficoltà, hanno dato questo risultato, tutti i discorsi, gli esempi, i sacrifici e l'amore, perchè l'amore conta, l'amore CONTA, se nonostante tutto questo lui non ha capito quale è il suo bene profondo, lui ha ragione, lui deve essere libero.
Sono amareggiata soprattutto per me stessa, per non essere stata capace di trasmettergli quanto la vita sia così importante, da non dover perdere neanche un minuto in esperienze che sappiamo fanno male, perchè la vita ci dà già prove durissime, anche se non le si cerca, che la felicità si costruisce in ogni momento e che dedicarsi agli altri non è mai perdere tempo.
Sono stata incapace.
Sono stata sciocca e inutile.
E la libertà va oltre l'amore. La libertà ha prezzi altissimi, uno di questi lo pago io, oggi.

3 commenti:

  1. Ah cara Valeria! Intanto mi scuso per il ritardo di questo commento: ho dovuto dimenticare il blog in questo week end!
    Ti sono apparsa triste, forse, e lo sono in parte, ma il senso di questo post è la raggiunta consapevolezza dei propri limiti, dei limiti della propria libertà al confronto della libertà altrui, che in questo caso è quella di mio figlio quasi maggiorenne. Ci sono momenti in cui mettersi da parte è la cosa più saggia. E questo è uno di quei momenti.
    Leggendo un'intervista di Paolo Sorrentino in occasione dell'uscita del suo ultimo film - The Youth - lui dice una cosa che, posso dire, mi ha aiutato a comprendere i miei sentimenti: lui dice che il rapporto con i figli, anche in assenza di traumi particolari, è sempre intriso di sofferenza, perchè è l'amore più intenso che una persona può vivere. Ti sembra strano che questo mi consoli? Infatti lo è, è strano, ma mi consola il fatto che ciò che sento è amore intenso e non solo una sua "controfigura". Come si dice: è meglio amare e soffrire, piuttosto che non amare affatto.
    Un bacio grande

    P.S.Tremo al pensiero della patente di mio figlio: anche noi abbiamo un muretto da sfiorare per uscire dal box! ;D

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  2. Mi ci vedo, tra qualche anno, a pormi le tue stesse domande senza sapere quali saranno le risposte.
    E poi, le risposte, si possono adattare ad ogni figlio o bisogna personalizarle? Non credo proprio.....
    Ma che fatica questo mestiere di genitore, mica me l'avevano detto!!!
    Comunque hai ragione, l'amore conta e - come canta il Liga - 'conosci un altro modo per sfidar la morte?'
    Impe

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    Risposte
    1. Neanche a me l'avevano detto! ;)
      E non ci sono ricette o soluzioni preconfezionate, ognuno arranca a modo suo.
      Chissà fra qualche anno, quando sarò vecchia e loro saranno grandi, che cosa penserò di questi momenti! Spero di sorriderne...

      P.S. io no, non conosco "altro modo per sfidar la morte"! ;)))

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