martedì 3 novembre 2020

Lungimiranza

 

Vite in novembre

Ci risiamo. Di nuovo in  pandemia.

Non ho mai creduto che l'estate avrebbe portato via il virus. L'ho sperato. Ma i malati non sono mai spariti, così come i caduti, di questa nostra guerra, perchè è una guerra. Cambierà ogni cosa questa pandemia, anche se facciamo finta di niente, anche se alla prima avvisaglia di miglioramento ci siamo sentiti liberi di vivere come prima.

Questo virus farà ancora tante vittime e spero di non essere tra loro, spero che la mia famiglia sia sottratta al dolore. Lo spero per tutti, sapendo che non sarà così. I più deboli, i più poveri, i più sfortunati saranno le vittime. Come è sempre stato. Solo il vaccino e le cure efficaci piegheranno la pandemia, ma a noi  cosa resterà? Al mondo intero cosa resterà? Cosa impareremo? Cosa perderemo?

Le mie riflessioni per ora si concentrano sulla natura e il rispetto che dobbiamo alle sue regole, al paradosso che per volersi bene bisogna stare distanti, alla solitudine in cui tanti malati muoiono e al dolore dei loro cari che non possono accompagnarli nella sofferenza e nel momento dell'addio.

Non amo le discussioni di questi giorni, tenere aperto , chiudere tutto, non capisco le contrapposizioni.

Se il valore principe è la salute ( e lo è) tutto va deciso di conseguenza. Nessuno pensa che la scuola, che le visite ai malati, che lo svago siano sbagliati. Sarebbe stupido, oltre che dannoso. Ma l'urgenza è tale per cui non si può discutere in linea di principio, bisogna prendere decisioni che salvino la vita, uno studente è tale se è vivo, un malato guarisce se può essere curato, una cena al ristorante si fa tra persone vive.

Non voglio fare discorsi superficiali, mi rendo conto che per tante persone c'è lo spettro della povertà e in uno Stato come l'Italia bisogna urlare per ottenere ascolto e diritti, ma i rischi sulla vita di tanti non possono essere secondari. A chi non può lavorare è giusto dare un aiuto, chi ha la garanzia del lavoro deve essere solidale.

Ognuno si deve sentire responsabile, ognuno possibile vittima, ognuno possibile untore. I sacrifici sono tanti, ma temporanei. Ora come non mai è necessario essere lucidi e saggi, é necessario pensare alla comunità nel suo complesso, al bene di tutti. E' indispensabile essere lungimiranti.



8 commenti:

  1. Risposte
    1. Grazie Gus, ma direi più sinceramente... molto preoccupata. Ciao!

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  2. Come hai ragione Valeria! E' necessario poter lavorare e chi può farlo, senza pericoli di contagio, lo deve poter fare. Chi è nella necessità economica, va aiutato, dallo Stato, subito. Chi ha bisogno di cure, deve essere privilegiato. Il valore è che chi ha più bisogno, più va aiutato. Per la scuola, io sinceramente non mi preoccupo, i giovani hanno mille risorse e tanto tempo per imparare. Mentre chi rischia la salute non ha molta scelta, deve essere assistito subito. Anch'io ho molti conoscenti contagiati, molti più di questa primavera, sono molto preoccupata, ma so che bisogna tenere duro, chi può deve accontentarsi, chi può deve aiutare. Ti abbraccio forte forte

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  3. La tua riflessione la condivido anche se ci sono troppe variabili da tener presente, vedi per esempio quello che dice Valeria. Una cosa è certa non si costruisce niente criticando, urlando e manifestando con violenza, in questo momento dovremmo tutti cercare di creare unità e fiducia in chi ha il difficile compito di prendere decisioni.
    sinforosa

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    1. E' un momento molto complicato e non vorrei essere chi decide per tutti. Il rischio di errori è altissimo. Spero che le cose vadano migliorando. Un bacio

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  4. La penso così anch'io.
    Dobbiamo rispettare le direttive per rispettare noi stessi e gli altri.
    Eppure la mia vicina di mi ha detto che siamo stupidi a credere a cosa ci dicon o. Che non è un viru ma un batterio e che basta un'aspirina.
    Che ne dici? Grrrrrr

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    1. Dico che io, nella mia stupidità, userò prudenza e l'aspirina spero di non doverla prendere. Dì pure alla tua vicina che è meglio un asino vivo che un dottore morto! ;)

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