martedì 27 marzo 2012

Quando si dice il caso...

Ebbene sì, questo  campo di fiori è in centro a Milano!
Milano è l'introduzione per parlarvi del filo rosso di domenica.

E' la seconda volta che succedono delle coincidenze così inaspettate, vi ricordate il mio post sulle stelle?
Bene domenica scorsa più che trovare una cosa in comune, ho assistito ad una staffetta.
Vi racconto.
Partiamo in treno dopo pranzo per Milano, abbiamo deciso di andare a vedere i monumenti del FAI aperti. Di solito andiamo fuori Milano, ma abbiamo solo mezza giornata libera e allettati dal blocco del traffico in città, dalla bellissima giornata e dalle mille iniziative, andiamo nella metropoli.
Tutto fila liscio fino all'arrivo ai laboratori-atelier ansaldo, dove volevamo vedere come si realizzano le meravigliose scenografie del Teatro alla Scala.
Oh-oh, coda chilometrica.
Prospettiva di 2 ore di attesa per entrare.
Speranza che in queste due ore fossero pochi gli iscritti al FAI, perchè hanno diritto di precedenza all'entrata.
Scambio di sguardi,  tra lo sconsolato e il dubbioso, tra me e mio marito.
Cosa facciamo? Due ore di coda in piedi,  un adolescente scalpitante e un decenne lamentoso...
Avanti con il piano B.
A questo punto abbiamo perso 3/4 d'ora e i due principi si sentono in dovere di esporre le loro lamentazioni. Prendiamo il tram, decisamente pieno (devo dire che i mezzi hanno ben funzionato per compensare il blocco della circolazione auto) e ci fiondiamo verso il centro.
Il Piccolo Principe a questo punto inizia a dire che vuole andare al museo di scienze naturali: lui vuole andare sempre al museo di scienze naturali!
"No Piccolo Principe, quel museo è sempre aperto,oggi andiamo a vedere qualcosa che di solito non si può visitare"
"Tu ti stai inventando un altro posto perchè non mi vuoi portare lì!" sta sfiorando la paranoia, occorre un urgente prova del contrario.
Tiro fuori il foglietto scritto a casa, con gli indirizzi e i mezzi per raggiungere prima i laboratori e, in caso di troppa coda, il palazzo Sormani.
Palazzo Sormani -  foto di Piccolo Principe

Davanti a prova cartacea evidente il Principe, che ha l'animo investigativo, non può contraddirmi, ma inizia a dire "Ma che cosa c'è da vedere in questo palazzo? Io ho fame! Ho caldo! Mi fanno male i piedi! Visto anche qui c'è troppa gente, andiamo al museo di scienze naturali!"
Insomma, uno strazio.
In realtà siamo riusciti a metterci in coda, una ragionevole coda, e abbiamo aspettato una ventina di minuti soltanto (!) e in questo tempo il Principe Felice ha iniziato a dirmi che lui deve passare la domenica con i suoi amici, che cosa ci fa lui qui, a lui non interessa niente di questa roba, deve vivere la sua età, ecc., ecc.
"Ma queste sono solo qualche ora di una domenica che tu spendi in compagnia della tua famiglia e nessuno ti impedisce di stare con i tuoi amici, lo potresti fare ogni giorno, se invece che inchiodarti davanti alla televisione, facessi i compiti  in un orario decente per poi uscire!"
"Ma io sono un adolescente e devo fare le mie esperienze!"
A questo punto di fronte all'adolescente sociologo, inizio a farmi menate interiori sulla sua crescita e per fortuna le guide mi interrompono, perchè è arrivato il nostro turno!
Mio marito arriva con la sua risolutezza e dice al Principe adolescente:"Vedi che ragazze sveglie, che proprietà di linguaggio, che preparazione, mica come te che fai fatica a finire una frase", sì perchè le guide erano ragazze del liceo classico Manzoni, carinissime, un po' intimidite, ma molto preparate, ben disposte e competenti, ci hanno accompagnato e ci hanno illustrato ciò che era interessante sapere, raccontando anche aneddoti e curiosità del palazzo.
Insomma una piccola visita, ma molto densa, che non ha potuto che rapire i miei figli, che si lamentano sempre, ma poi rimangono a bocca aperta davanti alle storie e alla bellezza.
Usciamo e il Principe Felice mi dice:"Scusa mamma, avevi ragione, è stata una bella visita, ho fatto bene a venire, a volte mi faccio prendere da discorsi sbagliati" e, come al solito, mi cade la mascella e mi monta una rabbia che lo appenderei al primo lampione, perchè succede sempre così, lui si lamenta, mi tormenta, mi tormento e poi...mi chiede scusa...
Ci dirigiamo in galleria Vittorio Emanuele in libreria, fa sempre caldissimo in quella libreria, a me scappa tanto la pipì, ma anche lì c'è coda, ci rimaniamo un quarto d'ora e poi andiamo verso il treno e verso casa, a questo punto il Piccolo Principe si lamenta che non abbiamo preso nessun libro e io gli dico che però ne abbiamo visti tanti...
Arriviamo a casa, nonostante tutto, contenti e soddisfatti.

Ora vi chiederete del caso a cui alludo nel titolo del post, eccolo.
Quando domenica ho postato il brano del libro di Calabresi non immaginavo che sarei passata per piazza Fontana (essendo stato il piano B, non era la mia meta principale) alla cui  strage fu legata alla morte del commissario Calabresi.
Non potevo neanche immaginare che a palazzo Sormani ci fosse una mostra delle opere di Tonino Milite, l'inventore della bandiera della pace e colui che sposò Gemma (vedova Calabresi) e che la aiutò a crescere i suoi tre figli. E non sapevo neppure che Milite fosse stato un collaboratore di Bruno Munari, l'ho saputo alla mostra vedendo questo libro accanto alle sue illustrazioni. Questo è libro che mi sono ritrovata davanti anche dopo, nei 15 minuti in cui sono stata  nella libreria , senza neanche cercarlo (vi ricordate che mi scappava la pipì?)
Insomma una serie di casualità, o forse gli indizi per una caccia al tesoro?!

2 commenti:

  1. Io li chiamo fili che si intrecciano ;)!
    Dal pulpito di una mamma-di-non-adolescenti direi che tuo figlio fa il suo lavoro: cresce. E tu fai il tuo lavoro magnificamente ;)!
    Siete una bella famiglia avventurosa!
    E poi, se mi citi Munari e "Da cosa nasce cosa", risvegli il mio io-amante-degli-artisti-che-hanno-fatto-la-storia e allora mi diventi anche un mito ;)!

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    Risposte
    1. Munari è stata una sorpresa anche per me e l'avventura a volte è un'ospite inattesa, comunque...siamo sopravvissuti! ;)

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