giovedì 22 marzo 2012

Sarà contenta la tua mamma!

Mai come in questi tempi, rimango a bocca aperta di fronte ai miei figli.
Partiamo dall'inizio.

Il Piccolo Principe ha una spiccata propensione alla musica.
Suo nonno paterno suonava la batteria, suo padre suonava le percussioni, lui ha un buon senso del ritmo.
Ha sempre avuto buoni voti in musica, la sua insegnante è dalla seconda elementare che gli propina il flauto e lui ha sempre avuto piacere e facilità nel suonare.
Questa è la premessa.
Il fatto è questo: esce da scuola e mi dice che ha preso 5 e mezzo, nell'esecuzione di un brano.
Il Piccolo Principe è piuttosto orgoglioso e la cosa gli secca abbastanza.
Lo guardo stupita e gli dico: "Ultimamente non ti sento suonare, forse dovevi provare un po' di più il brano"
"Non è vero!"
Non voglio lasciar cadere la cosa e gli propongo di prepararsi nel fine settimana e di farsi reinterrogare lunedì. Non è molto dell'idea, ma il 5 e mezzo gli sta stretto, perchè sa che può prendere un voto più alto.
"Ma lei non interroga lunedì, dice che non fa in tempo, che non può portar via ore alle altre materie!"
"Vabbè, tu preparati e quando lei ti vorrà interrogare, sarai pronto."
Il Piccolo Principe passa due giorni suonando, senza che io insista ulteriormente.
Lunedì, effettivamente la maestra non lo sente.
Lo sente poi, dopo una settimana, ma lui nel frattempo non solo ha ripassato con il flauto, ma ha talmente interiorizzato la canzone che la solfeggia a voce, quando non c'è nessuno nei dintorni: mentre gioca ai Lego, mentre è in bagno, mentre si mette le scarpe, e la solfeggia anche bene, intonato.
Questo suo solfeggiare a me è sembrato straordinario (cuore di mamma!) e per tutto il tempo  ho pensato a quanto bello sia il talento musicale e quanto è bello poterlo sviluppare.
Una mattina gli chiedo con nonchalance:"Sei capace di cantare le note?"
"No!" risponde immediato lui.
"Ma come?! Io ti ho sentito!" dico io.
Lui sa che se dice di sì, io gli propongo subito l'iscrizione ad un corso di musica e lui non vuole far niente in questo periodo, solo giocare.
Qualche giorno dopo viene sentito: prende un 10 tondo tondo.
Lui è molto soddisfatto e all'uscita me lo dice subito.
"Bene, sei contento?"
"Sì" 
"Cosa ti ha detto la maestra?" gli chiedo, nell'illusione che la maestra gli abbia detto: "Sei stato molto bravo e responsabile a studiare il brano e a mostrare di cosa sei capace. Hai capito che dovevi studiare e lo hai fatto!"
"Sarà contenta la tua mamma!" dice lui risvegliandomi dal sogno.
"&O%?! ...Cosa?!"
"Sarà contenta la tua mamma!"
"Ma scusa, perchè ha tirato in ballo me?"
"Perchè le ho detto che eri tu che volevi che recuperassi il voto e che volevi che mi risentisse!" risponde con naturalezza.
"Sì.. no... cioè, io voglio che fai le cose bene, che sviluppi i tuoi talenti, non che prendi un bel voto così per prenderlo, so che sei bravo e volevo che anche tu te ne rendessi conto! Non è il voto in sè, sono le tue capacità che voglio che tiri fuori!"
Insomma sono rimasta interdetta:
  • a lui, davvero non interessava niente dell'esito della sua interrogazione?
  • lo ha fatto davvero per me?
  • pretendo da lui cose che non gli appartengono?
  • mi sono inventata io il fatto che sia rimasto male del brutto voto?
Non ci capisco più niente.
Vi è capitato qualcosa di simile? 
Aiutatemi a diradare la nebbia!!!!

12 commenti:

  1. Ricordo me bambina, volevo sempre compiacere mia mamma. Cercavo di capire cosa le avrebbe fatto piacere che facessi e lo facevo. Ogni tanto lo faccio ancora! Ma da quello che hai scritto tu non mi sembra questo il caso :)

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    1. Grazie Mafalda, mi rassicuri, perchè una delle mie più grandi paure è che i miei figli non trovino la loro strada, per compiacere me e mio marito.

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  2. Molte volte i bambini rispondono alle maestre ciò che gli viene in mente di rispondere. La presenza dei compagni a volte può avere il suo peso... Magari ha avuto vergogna di dire che gli è semplicemente piaciuto farlo. Secondo me dovresti lasciare cadere la cosa... Se vorrà iscriversi ad un corso di musica te lo chiederà. È comprensibile che preferisca giocare in queste bellissime giornate primaverili :-)

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  3. E se fosse che non voleva dare la soddisfazione alla maestra? Era profondamente offeso del 5 e mezzo, ma anche abbastanza orgoglioso da non darle la soddisfazione che lui aveva studiato per il voto e per la sua materia... Lo so che sono contorta, ma dovresti stare tranquilla. Non so quanti anni ha tuo figlio, ma l'adolescenza comincia sempre prima e forse l'insegnante non lo stimola abbastanza per il suo talento se, come dici tu, è un figlio d'arte...

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    1. Nelle varie ipotesi che ho fatto c'era anche la tua e, in effetti, il Piccolo Principe ha quasi 11 anni ed è terribilmente critico nei confronti dell'abituale incoerenza di questa sua maestra. Grazie per il punto di vista!

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  4. La penso un po come La solita mamma, ma credo anche che i bambini facciano un sacco di cose per compiacere i loro genitori.
    Credo si dovrebbe cercare di essere abbastanza neutri, ma è chiaro che non è facile.
    Personalmente non sono neanche convinta del valore educativo di questa scuola della competizione e dei voti...
    Un salutone

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    1. Penso che il voto abbia lo scopo di definire il livello della tua conoscenza, quando la conoscenza non è sufficiente, secondo me è giusto lavorare per renderla più completa, purtroppo però, troppo spesso, il voto diventa una valutazione sulla persona e una volta data, rimane indelebile segno che poi farà media e la media è il tuo valore. Insomma si è confuso lo strumento con il fine!
      Gli studenti non sono motivati al sapere, dalla bellezza del sapere stesso, ma dal voto da raggiungere: un bel pasticcio...

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  5. Probabilmente è solo molto orgoglioso, pur di non ammettere che gli rodeva l'insufficienza, ha tirato in ballo te!

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    1. Che bello che sei tornata Dony!
      E grazie per il commento, che sicuramente mi tira su!
      :-)

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  6. Io, scusa ma la vedo in modo diverso. Sì, forse gli ha dato fastidio l'insufficienza, ma la maestra poteva evitare una frase del genere. Il bel voto che LEI ha dato perchè LUI è stato bravo non c'entra col far contenta te.

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  7. Decisamente la maestra avrebbe dovuto evitare di dire quelle parole.
    Ma chissà se si è resa conto di ciò che diceva o, invece, lo ha considerato addiritura un modo per sottolineare ancora di più il voto, in maniera scombinata, certo, bastava infatti gli dicesse "Bravo che ti sei impegnato" senza tirare in ballo il dover piacere alla mamma!
    Non lo saprò mai, sicuramente però, dimostra di dare al voto un valore che a me non interessa, (come dicevo nel commento ad Artemamma). Ma forse le cose nella scuola vanno così... :)

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