giovedì 3 maggio 2012

Parigi - Il mio viaggio "politico"

Parigi offuscata
Eccomi alla seconda "faccia" del mio viaggio a Parigi.
L'ho chiamato "politico", non nel senso che a noi italiani esce dalle orecchie, ma proprio nel senso vero, della polis, della città , di chi ci vive, come ci vive, di come i parigini interagiscono con la città e nel danno il risvolto vitale.
Naturalmente sono impressioni del tutto personali,  come tali assolutamente contestabili e facilmente non condivisibili, ve le comunico perchè penso che sia esperienza comune, non avere un'emozione unica durante una nuova esperienza, ma tanti input che ci danno poi la sensazione interiore che formerà il nostro ricordo.
VI DESCRIVO LA MIA SECONDA PARIGI, QUELLA "POLITICA".

Parto dal TGV, anche se più che parigino è francese e qui, subito, penso "Ma non eravamo noi italiani, quelli arretrati?", il treno infatti è piuttosto vecchio e sporco, le tappezzerie piuttosto trascurate, i sedili comodi, ma decisamente demodè, il nostro Frecciarossa è decisamente più bello e confortevole. I francesi sul treno sono poco socievoli, a parte le due ragazzine sorridenti, non ti rivolgono lo sguardo, neanche per sbaglio e hanno  un'aria supponente.
La campagna è proprio bella, ma non riesco a non pensare che le colline toscane, umbre, venete, ecc. ecc. sono al confronto molto più sorprendenti e affascinanti. Mi sento un po' nazionalista, devo darmi una regolata!
Arriviamo in stazione Gare de Lyon, è una struttura metallica enorme, liberty, che a me piace tanto, ma un tantino decadente, un po' sporca, in alto, dove non si vede!
Stazione Gare de Lyon
Alle Informazioni (cartello con scritto Informazioni in italiano!), nessuno parla la nostra lingua e ti guardano come dire "Ma che domande fai? Non ci scocciare!", decidiamo di essere indipendenti, usciamo e impressionati dall'imponenza e bellezza dei palazzi, facciamo la prima di una lunga serie di incontri con il disagio parigino: un ubriaco, un tossico, un barbone. Anche a Milano, attorno e dentro alla Stazione Centrale ci sono, ma chissà perchè, penso che qui stonano con l'immagine immaginifica di questa città, li incontreremo ogni giorno, in metro, per strada, in ogni luogo che visiteremo: un po' il cuore mi si crepa.
Piove e poi smette e riusciamo ad arrivare all'albergo senza bagnarci troppo, siamo a piedi.
L'hotel è in una zona abbastanza comoda per i mezzi e il receptionista è gentile, ci dà la tessera per la camera, la nostra microcamera con il nostro microbagno, quanto stona con la dimensione di questi palazzi! Ti incutono timore e rispetto alla vista, ma dentro sono composti da piccoli alveari, tutti stretti stretti, affacciati a grandi vie!
Ciò che vedevo dalla stanza dell'hotel
Scendiamo in metro e raggiungiamo Montmartre: nella metro parigina, piastrellata come un enorme toilette (l'odore di pipì ti guida verso le scale che dalla superficie ti portano sotto!), si cammina tantissimo, sottoterra, ci sfuggiranno tanti scorci della città, rincorrendo la linea giusta a portarci verso le nostre mete, ma riusciamo ad orientarci abbastanza bene.
Piastrelle decorate nella metro
Treno RER in tratta cittadina
 I treni sono puntualissimi e le attese davvero risibili, funziona bene questo mezzo di trasporto, ma ancora una volta qualcosa non torna: i vagoni sembrano di stampo sovietico, squadrati, stinti, con all'interno più posti a sedere di quelli di Milano, ma decisamente meno igienici, tappezzerie consunte e colori tristi, insomma stonano un po' con l'aspetto brillante della superficie. Anche qui, il sorriso non è d'ordinanza, neanche tra giovani, tutti un po' ingruniti.
Montmartre è davvero un luogo a sè , romantico e originale, rispetto alle grandi vie del centro, ma chissà perchè mi sembra di apprezzarlo, perchè mi ricorda il Centr'Italia: devo liberarmi del pregiudizio che l'Italia è il più bel paese del mondo! Sono  a Parigi!  E invece... ci sono tanti posti in cui mangiare, ma diamine! Tagliatelle alla bolognese?! Pomodoro e mozzarella?!Pizze varie!Lasagne?! Nutella?! Dico Nutella?! Non sono io che sogno, è il menu' tipico propinato ai turisti: non mangerò mai la pasta in questa città! Non mi farò prendere in giro come il resto del mondo! Crepes , mangeremo crepes salate, se non qui , dove? Non ci deludono infatti.
Particolare di candelabro dorato alla reggia
Versailles, tutta dorata, tanto dorata, troppo dorata!!! E' tutto un'ostentazione, non mi è difficile immedesimarmi nei francesi affamati che vedevano il loro re circondato da oro: la rivoluzione ha avuto i suoi perchè!
Tra l'altro, anche qui, ci sono solo le cose positive, non si nominano amanti, intrighi, sospetti,  anche la galleria delle battaglie post regno, è tutto un trionfo, tutto una vincita. Uffa!
Il Museo D'Orsay mantiene invece la parola, bella la struttura, un po' meno l'interno, ma stavolta è colpa di Gae Aulenti, un po' troppo marmorea e squadrata. I quadri sono meravigliosi ed è stato un peccato non riuscire a vederli alla giusta distanza, la gente accalcata, non permetteva il corretto punto di vista.
Bene, a questo punto, credo di avervi dato alcuni elementi per capire il mio punto di vista sulla città, ne ho dedotto alcune considerazioni e chi conosce Parigi e la Francia meglio di me è pregato di smentirmi e dirmi che mi sbaglio! Desidero tanto sbagliarmi! Se qualche mio lettore fosse francese non prenda come offensive le mie riflessioni, sono italiana: "Pane al pane, vino al vino!!", facciamoci una risata su!
Allora ecco le mie considerazioni "politiche":

  1. I francesi parigini hanno un enorme senso di inferiorità, proporzionale alla grandezza delle loro costruzioni: più ti vogliono incutere rispetto, più ne cogli la debolezza.
  2. Tutto ciò che è esposto è bello e grandioso, tutto ciò che è nascosto è trascurato.
  3. I parigini sono malmostosi, capiscono perfettamente l'italiano, ma non fanno nessuno sforzo per metterti a tuo agio.
  4. Attraversano con il rosso, come gli italiani. Ci trattano con supponenza, ma le loro strade hanno i nostri nomi.
  5. Lavano le strade e i marciapiedi in continuazione con le canne, usando ettolitri d'acqua e schizzando addosso a chiunque passi di lì. Un po' come spolverare e sbattere lo straccio in faccia al nostro vicino!
  6. Cercano di conquistarti con italiane prelibatezze e per giunta ne storpiano il nome! (bolognoise?! Acqua San Peligrino?!)
  7. La mia tarte tatin è più buona della loro!! Il croissant più buono che ho mangiato in questo week- end è stato alla Stazione Centrale di Milano!
  8. Tutti i lavori umili sono fatti da immigrati, i bianchi difficilmente sono mescolati ai neri o ai "colorati", la divisione classista è evidente. 
  9. Le loro code sono un disastroso assemblamento di persone di ogni nazione, che tenta di fregare il posto agli altri, alla faccia degli italiani maleducati!
  10. Le cose più belle che ho visto, sono enormi copie di ciò che in Italia c'era già, le loro chiese pur meravigliose, non raggiungono mai il livello delle nostre, dietro alle loro opere d'arte più belle, c'è almeno un italiano (vedere il busto del Re Sole fatto dal Bernini, prego)
Il più bel busto del Re Sole - opera in marmo del Bernini

Insomma se prima di fare questo viaggio avevo un'idea della Francia efficiente, seria e forte, ora penso che l'efficienza sia parziale, la serietà sia un po' supponenza e la forza sia ostentazione. 
Vi lascio con una citazione, di cui non ricordo l'autore: "I francesi sono italiani di cattivo umore", credo di condividerla, anche se gli italiani hanno più buon  gusto!! Ah, ah!



10 commenti:

  1. ecco la parola che l'altro giorno non mi veniva: supponente! che il fatto che ricordi una supposta, non fa una grinza...ecco sì sono proprio d'accordo!

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    1. Ah, ah! Non mi sono mai piaciute le supposte! ;)
      Ma così non va bene Scleros, volevo essere contraddetta, se mi dici così, allora è vero ciò che penso... :(

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  2. uau che super critica!
    sono stata a Parigi ed a parte i francesi "l'ultima frase che hai postato è davvero perfetta", il loro espresso a 4 euro e i poliziotti sui roller, l'ho trovata davvero bella, ho visitato il quartiere arabo e il suo mercato colorato, la tour Eiffel non mi ha particolarmente colpito, ma è comunque da vedere, il centro sociale a rue de Rivoli, il Louvre, Montmartre, ma soprattutto il quartiere latino con i suoi fantastici ristoranti "di tutti i prezzi" ...
    Peccato per i locali che chiudevano alle 02 :00 :)

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    1. No, no, la città è indiscutibilmente bella e, nel post di ieri, ho descritto soprattutto il positivo.
      Mi andava però di dare anche un altro punto di vista, sono piuttosto analitica di carattere e, di sicuro, insieme alle bellezze, ricorderò anche le "perplessità" che ho vissuto! ;)

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  3. Questo post non mi sorprende per niente.
    Dopo avere ascoltato i racconti di due mie conoscenti, una a Parigi per l'Erasmus, l'altra a Londra per lavoro, uno dei miei princìpi è diventato: mai piu' parlare male degli italiani.
    Un bacione.
    Dony

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    1. Ad un certo punto, capendo che noi italiani non siamo poi così male, in un moto d'orgoglio, ho voluto dichiarare la mia origine in maniera chiara, mi sono detta:
      "Mi capiscono ugualmente,
      anche se dico ciao o buongiorno,
      l'importante è la cortesia,
      quindi italiano sia!"
      mi è venuta una filastrocca, scusa! :)
      Dicevo...ho usato il mio idioma orgogliosamente!
      P.S. Uhm, un piccolo particolare: meno male che mio Marito qualche parola di francese la sa, senno chissà dove eravamo a quest'ora! Affogati in una zuppa di cipolle!! ;D

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  4. Baquette, pain au chocolat, flan? Provale in una buona pasticceria,ti farà tornare di buon umore ;)

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    1. Mi precipito alla ricerca di un ottimo pasticciere!! :)

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  5. hahaha!! Mi hai fatto sorridere cpn questa frase mitica. Visto che vivo in un paese francofono e pieno di francesi e "francesità", me la sparerò presto ;D Ciao!!

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