venerdì 28 giugno 2013

Le cose che non ho



Vi sarete accorti che ormai da diverse settimane non aggiorno la mia rubrica domenicale sui libri.
Non riesco più a scrivere di domenica, ultimamente ho delle incombenze  famigliari, delle cose da sistemare in giardino, non ho tempo per sedermi al pc.
(Per la verità faccio fatica ad aggiornare il blog in generale, perchè ho una serie di lavoretti da fare, progettati durante l'inverno, che mi fanno "perdere" un sacco di tempo! Infatti la settimana passata dall'ultimo post è volata.)
Non che non legga ancora, anzi, proprio in questi giorni ho letto 3 romanzi, tutti mi sono piaciuti molto.
Lucy di Cristina Comencini, una storia di un amore, di una famiglia, in cui l'assenza è più determinante della presenza.
Conversazioni private di Ingmar Bergman, vi ricordate che ve ne ho già parlato qui, una donna alle prese con l'amore e il tradimento, con la fede e il senso di colpa, con l'obbedienza e la libertà, con la verità e la sofferenza che scaturisce.
Le cose che non ho di Grégoire Delacourt, che io avrei lasciato nel suo titolo originale (La lista dei miei desideri), che ho letto in un giorno, che mi ha lasciato una riflessione che vi invito a condividere.
Eccola qua.
La protagonista vince una grande somma alla lotteria.
Ma la sua vita le piace com'è (pensate, ha un blog!), non è una vita splendida, è una vita normale, ha due figli grandi e lontani, un marito che ama molto, anche se lui nel passato l'ha fatta soffrire. Ora è serena, contenta di ciò che ha, di quello che fa, anche se a prima vista può sembrare mediocre.
Ha paura che i soldi rovinino tutto, che possa perdere ciò che per lei è essenziale.
E così sceglie di non dire nulla a nessuno e di non  incassare l'assegno del malloppo.
La storia evolve in  una direzione che non vi racconto, non è scontata, non è del tutto a lieto fine.
ORA : chi non ha mai fantasticato sulla possibilità di vincere alla lotteria? Di cambiare la propria esistenza in un momento, smettendo di fare le rinunce che ha sempre fatto?
Anch'io, l'ho fatto.
L'ho fatto anche leggendo il libro. Ma...
...ma poi mi sono detta che non mi piacerebbe avere una macchina di grossa cilindrata, non vorrei cambiare casa, non amo i gioielli, non vorrei che la gente mi avvicinasse per i miei soldi, non potrei educare i miei figli al sacrificio e alla conquista di ciò che desiderano, non sceglierei più cosa comprare. 
Beh, di sicuro aiuterei i miei famigliari, assicurerei il futuro, mio Marito potrebbe smettere di lavorare e i miei figli avrebbero la garanzia di poter studiare e scegliere ogni possibile strada, ma perderemmo il senso delle cose che abbiamo, dei sentimenti che ci legano, ubriachi di sogni e con la possibilità di realizzarli senza fatica!
Il senso della vita si trova più facilmente, se non si è confusi e distratti dal potere che abbiamo.
La protagonista del libro sa cos'è giusto fare e lo fa, alla fine, con il cuore spezzato.
Insomma, puoi fare tutto, ma scegli di fare solo ciò che ti fa bene profondamente. 
Quanti possono dire di essere così liberi?


Mentre pensate allo spunto di riflessione che vi ho lasciato, io vado a finire di cucire il vestito di Fra Tac per il Piccolo Principe, quello di Lady Cocca per l'Amica Gemella è già finito!


6 commenti:

  1. Come sempre, la virtù sta nel mezzo: bisognerebbe poter godere della serenità che una vincita mediocre, non esagerata, possa offrire.
    Una somma che garantisca i bisogni primari, una casa, qualche sfizio qua e la, studio garantito per i figli, ma senza strafare.
    Ma visto che qui, di fortuna, nemmeno l'ombra, tocca farsi su le maniche e continuare così, come sempre, a far quadrare i conti e gli impegni!

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    1. Il più dei giocatori è perdente! ;)
      I più devono faticare per vivere.
      I più devono accontentarsi, ma sai come si dice "chi si accontenta".... :)

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  2. Il tuo ragionamento l'ho fatto spesso anche io, Ninin: non vorrei vincere grosse cifre perchè dopotutto non saprei come spenderle, non sento il desiderio di andare oltre il necessario per stare bene e un pò di "contorno" che può far piacere, senza esagerare e perdere la testa, allontanandosi dalla realtà, dalla vita vera.

    PS: ma che bello il vestito di Lady Cocca :-))) poi ci mostrerai anche quello di Fra Tac, vero?

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    1. Penso che la misura per stabilire ciò che serve davvero sia l'insonnia!
      Cioè, se riesci a dormire la notte e non perdi il sonno per le preoccupazioni di non aver abbastanza denaro per vivere dignitosamente o, per paradosso, di averne troppo e con esso anche la paura di perderlo, ecco se il sonno ce l'hai tranquillo, allora va bene così! ;)
      P.S. Mi manca un orlo e qualche filo da fissare, poi anche Fra Tac avrà il suo abito! Posterò la foto ;)

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  3. grazie per il grandissimo aiuto. Ora so che potrò essere una bellissima Lady Cocca.
    P.S. anch'io non vedo l' ora di vedere il costume del Piccolo Principe!

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