Mi perdonerete carissimi se uso per la seconda volta lo stesso libro.
In questi giorni in cui la più grande fabbrica di automobili italiana straparla per mezzo del suo A.D., in cui gli operai devono fare i conti con la loro sorte, non posso che condividere con voi queste parole.
Vi ricordo soltanto che sono state scritte nel 1893, in termini di tempo 119 anni fa, in termini di evoluzione sociale direi 500 anni!
Ebbene queste parole sono messe in bocca ad un industriale francese, 65enne, dell'epoca, straricco, fattosi da sè, in un periodo in cui i diritti dei lavoratori erano per lo più un sogno.
Ebbene il PADRONE dice così:
- Numero 33 -
(...) Tutte le mattine mi ripeto che per mezzo mio vivono settemila operai, ai quali io devo pensare, per i quali devo lavorare e se mancassi sarebbe un disastro, la miseria per tutti, per molti addirittura la fame e forse la morte. Bisogna ch'io mi regga in piedi per loro, per l'onore di questi stabilimenti che ho creato col mio lavoro, e che sono la mia gioia, la mia gloria...(...)"
tratto da IN FAMIGLIA di Hector Malot
Buona domenica!
Sacrosanto!
RispondiEliminaIo sono rimasta sbalordita a leggere questa piccola riflessione, cosa ci siamo persi nel frattempo?!
EliminaPienamente ragione si abbiamo perso molto.
RispondiEliminaCiaoooo
Ma si potrà pur recuperare!!! :)
EliminaAdesso invece pensano solo a come sfruttare il più possibile i dipendenti... che, come il termine stesso indica, dipendono dal titolare, almeno per il sostentamento.
RispondiEliminaDa un comportamento responsabile e consapevole tutta la società e avrebbe giovamento, invece...
Elimina...ottimo!
RispondiElimina