martedì 20 novembre 2012

Hikikomori

immagine dal web

Anche voi ne avete sentito parlare?
A me è capitato qualche giorno fa su MTV e poi, come se la notizia mi inseguisse, su un inserto di un quotidiano.

Il fenomeno degli  hikikomori è piuttosto diffuso in Giappone: giovani, adolescenti non escono più dalla loro stanza, si rinchiudono nel loro mondo virtuale, fatto di web, videogiochi e manga , non vanno più a scuola, non mangiano, non dormono, non si lavano, non si vestono, come sospesi in un tempo che non passa.
Naturalmente all'inizio del servizio, pensavo ad una semplice depressione, a tutti capita di passare un momento di insicurezza, soprattutto quando si cresce, invece no, questo è un fenomeno diverso, questi ragazzi non riescono più ad avere relazioni reali. L'analisi che ne veniva fatta nel servizio era che, siccome in Giappone la spinta competitiva è altissima, fin dalla più tenera età, con esami addirittura per essere accettati alla scuola materna!, certi ragazzi, non facendocela più a sopportare lo stress, decidono di rinchiudersi nella loro stanza, cessando in questo modo qualsiasi contatto con il mondo reale.
Questa autoreclusione può durare anche anni, perchè i genitori, non accettando la "malattia", non ne parlano con nessuno.
Il peggio di questo fenomeno è che si sta diffondendo anche in altri paesi dell'Occidente, con l'estendersi delle tecnologie.
Anche in Italia sta arrivando e allora mi è venuto in mente un ex compagno di classe del Principe Felice ch, durante la seconda media, ha smesso di frequentare la scuola, a nulla sono valsi i tentativi fatti dai compagni e dal professore per farlo ritornare, a nulla hanno portato gli inviti ad uscire.
Dopo un po' i ragazzi si sono stancati di andarlo a cercare, sconfitti dai suoi rifiuti.
Alla luce di quello che so ora sugli hikikomori, forse certe cose ci toccano più di quanto sappiamo.

12 commenti:

  1. Ciao, approdo oggi nel tuo bel blog e mi metto tra le tue sostenitrici...
    l'argomento del post è spinoso e tragicamente reale, purtroppo, soprattutto nella fase infantile-adolescenziale, dove rispettivamente il confine tra realtà e fantasia è impercettibile e si ha bisogno di avere punti di riferimento, il dilagare dei social network e di realtà virtuali parallele ha deviato la socialità dei soggetti più vulnerabili... alle volte vorrei tornare al nulla, alle corse in bicicletta e ai giochi all'aperto, alle telefonate con le amiche e alle lettere e bigliettini che io conservo gelosamente ma che mia figlia forse non apprezzerà mai davvero! E' tutto super veloce oggi e superficiale, speriamo di trasmettere ai nostri figli anche il valore delle lentezza e della profondità! A presto

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Benvenuta Valentina!
      Quindi tu ne avevi già sentito parlare, io ne ero proprio allo scuro.
      La superficialità, penso sia una delle costanti che caratterizza la nostra attuale società, alle volte diventa un valore.
      Penso che tu abbia ragione quando dici che la profondità e la lentezza possano in qualche modo farci ritrovare il senso di ciò che facciamo e il valore delle relazioni autentiche. :)

      Elimina
  2. Ci sono giochi on line tipo il vecchio Dark age of Camelot, o il più recente World of warcraft, che creano dipendenza.
    Tanti miei amici ci giocano, ma basta poco perché la cosa sfugga di mano e degeneri.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma sai che anche una mia conoscente, una signora di circa 50 anni, mi diceva che le sue amiche coetanee passano le nottate a giocare, anche se non so ripeterti il nome del videogame.
      Lì per lì mi sembrava incredibile, anche perchè io di solito dormo con gran piacere, ma dopo aver visto gli hikikomori, ora credo proprio che sia possibilissimo.

      Elimina
  3. Da mamma di un'adolescente chiusa a riccio, capisco bene di cosa parli. Per chi è particolarmente chiuso, la possibilità di entrare in contatto con altre persone in modo virtuale rende tutto più facile. E' una maschera che fa da filtro nelle relazioni interpersonali. Mi è capitato di chiedere a mia figlia di lasciare perdere per un po' FB perché stava tralasciando le cose importanti, studio in particolare. Sono così contenta quando esce che a volte la faccio uscire anche quando sarebbe meglio di no. Ma quando i figli alzano un muro è dura capire come comportarsi. Il muro non è ancora alto e voglio riuscire ad abbatterlo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Cara Alice, sai che siamo nella stessa barca con l'adolescenza in casa!
      Mio figlio non ama molto il computer, per fortuna, non è neanche su fb, ma sicuramente vive la difficoltà delle relazioni reali, il bisogno di piacere, di essere considerato parte del gruppo, insomma quelle menate lì.
      Però ha il kung fu e gli scout che lo tengono lontano dalla realtà virtuale e anche le nostre punizioni, che di solito sono levargli il DS, il telefono, le cuffie, l'uso del pc, la tv, tutto! Devo dire che le punizioni in particolare sono momenti "magici", in cui è centrato in se stesso, in cui è più calmo, più riflessivo, fantastica ugualmente, ma è farina del suo sacco, non di un inventore di software! Anche lui lo riconosce, anche se a malincuore e una volta addirittura ci ha detto di essersi rotto le scatole da un suo amico perchè avevano solo giocato ai videogames e lui invece avrebbe preferito uscire e parlare!
      C'è speranza! ;)

      Elimina
  4. Si ne avevo sentito parlare ma solo legato al Giappone. Ik fatto che si stia espandendo é preoccupante!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Pare che si diffonda velocemente e in Italia ci sono già dei casi riconosciuti.
      Sembra che sia legato proprio all'uso del web.
      :(

      Elimina
  5. Io avevo letto addirittura di una coppia di giovani genitori che nemmeno si preoccupavano piu' di dare da mangiare alla loro bambina, immersi giorno e notte nella loro realta' virtuale...le loro creature erano quelle dei videogames, e la creatura vera invece usciva di casa e andava a rubare nei negozi affamata...deve essere accaduto in America, d'altronde quando si tratta di fenomeni patologici in cui la tecnologia c'entra qualcosa(vedi quello pro-anoressia di cui parlo spesso sul mio blog) è difficile che restino circoscritti ad una sola area geografica.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Più siamo "evoluti", più ci "ammaliamo". Sembra una presa in giro...

      Elimina
  6. Non ne avevo mai sentito parlare, mi ha fatto uno strano senso immaginare un ragazzo vivere in quel modo...
    mamma mia che cosa tremenda...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anch'io ho avuto la stessa sensazione, quando ho sentito la notizia la prima volta, sembra talmente assurdo che non par vero, invece, pensa, in queste condizioni vivono anche per svariati anni. :(

      Elimina

Lasciami il tuo pensiero...

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...