venerdì 9 novembre 2012

Sentirsi più leggeri


Non parlerò di diete, continuate pure a leggere! ;D
Questa di oggi è una riflessione che ho fatto in questi giorni, perchè mi sono capitate alcune cose "scatenanti".
L'altro giorno vi raccontavo che sono andata da mia suocera perchè non trovava più la ricevuta IMU.
Nell'aiutarla a  cercarla, ho avuto finalmente la scusa per sistemare le sue bollette, gli estratti conti della banca, le lettere dell'INPS, eccetera, so che sapete di cosa parlo, perchè chiunque ha in casa documenti da sistemare.
Io non sono una persona particolarmente ordinata, se entraste in casa mia, trovereste sicuramente cose fuori posto: lego, giornali, libri, stoffe, eccetera, eccetera, ma sui documenti, sulle ricevute sono ordinatissima, sarà deformazione professionale, sarà la consapevolezza di non aver fervida memoria, ma tutto ciò che è importante conservare è sistemato in ordine cronologico in raccoglitori facili da consultare. Capite bene che, quando invece vedo queste cose mischiate, divento matta. Mia suocera, che davvero è superordinata in casa, in questo senso è assolutamente da zero in condotta!
Finora non mi sono mai permessa di mettere mano alle sue cose, in nessun modo, non apro neanche uno sportello della cucina senza il suo assenso, ma data l'occasione, ho fatto pulizia e ordine, buttando ciò che era da buttare e sistemando ciò che è da conservare. Per fortuna, lei, mortificata dalla sua smemoratezza, mi ha lasciato fare.
In questa operazione mi sono resa conto di come le cose ci opprimano.
Lei non butta nulla.
Abbiamo trovato le cambiali pagate per il suo arredamento acquistato nel 1965.
Il libretto postale vuoto dei suoi genitori morti nel 1959.
La fattura di acquisto della sua macchina da maglieria degli anni '70 e via dicendo. Questo esempio sui documenti, lo dovete proiettare anche sugli altri oggetti della casa, sui vestiti, sulle scarpe, sui legni che usa in giardino, sui laccetti che usa per legare i pomodori, insomma è applicato a tutto ciò che la circonda, lei  non getta nulla. Per fortuna è una che non acquista, non è una consumista, quindi la sua casa è ancora accessibile! E sì, perchè la disposofobia è un disturbo sempre più diffuso nella "società dell'opulenza" (ci hanno fatto anche una serie in tv), ti fa riempire la casa fino a renderla una prigione. Non è il suo caso, ma non riesce comunque a liberarsi delle cose vecchie, inutili, non riesce a staccarsene, quasi come fosse una "tradire" la sua vita. Penso che derivi dal fatto che è anziana e le cose diventano la sua memoria, la sua identità, la sua sicurezza.
Questa esperienza mi ha fatto riflettere: quanto mi sento condizionata dal possesso? 
Il mio passato è importante, ma non può essere una palla al piede, le persone che amo e che ho amato non sono nelle cose, sono dentro di me, quante cose conservo con la scusa che sono ricordi e poi invece li accantono, dimenticandomeli. Anche la sistemazione del garage ha dato una mano a questa mia riflessione. Abbiamo conservato tanti oggetti, davvero ormai inutili, che riempivano spazi, accumulavano polvere e che neanche ricordavamo di avere.
Ora, per concludere, mettendo insieme questi pensieri, ho preso una decisione, che mi renderà più leggera: periodicamente mi libererò di ciò che non serve, non mi farò condizionare dal pensiero che è un ricordo, terrò solo quello che davvero rappresenta qualcosa di importante, ciò che non è recuperabile andrà buttato, ciò che può esser utile lo donerò, lo venderò, lo baratterò, ma me ne devo liberare, forse è arrivato il momento di pensare alla vita come esperienza interiore e non come fiera del possesso.
Voi che cosa ne pensate?!

13 commenti:

  1. Da ossessiva-compulsiva quale sono, pur sopportando poco tua suocera, stavolta mi sento profondamente in empatia con lei.

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    1. Nel suo caso è proprio un modo di vivere radicato negli anni, è per questo che rifletto sul fatto che sono ancora in tempo!;)

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  2. Sono anch'io mooolto attaccata agli oggetti, credo per via dei tanti traslochi che ho fatto quando ero piccola e in occasione dei quali ricordo la sicurezza che mi dava rivedere le "cose di casa", anche se traslate di centinaia di chilometri.
    Mio zio soffre davvero di disposofobia, e da quando sono morti i miei nonni (che un po' lo tenevano a freno) la situazione è degenerata... Siamo quasi ai livelli dei Sepolti in casa :(

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    1. Penso sia davvero una sofferenza non sopportare l'idea di staccarsi dalle cose e il programma a cui mi riferivo è proprio quello che citi tu. Quelle sono situazioni veramente estreme in cui le persone non riescono più a muoversi in casa per via degli oggetti che occupano tutto lo spazio, è una vera e propria prigione da cui non riescono a staccarsi. :(

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  3. Nell'epoca pre Cestino conservavo tutto, tutto era importante ed essenziale, ricordi che non si potevano cestinare. Ora ho ridimensionato tutto, ho fatto tanta pulizia, buttato cose che mai avrei pensato, cestinato "ricordi" e francamente.....i sento più leggera!!!!

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    1. E' quello che intendo, cioè non dare importanza agli oggetti in sè, ma al ricordo che portano. In qualche modo si tratta di non dar loro "un'anima", sono cose la cui importanza risiede nel nostro ricordo e il ricordo è dentro di noi. Poi, certo, alcune cose penso che non le butterò mai, ma le terrò per i miei figli come "documenti" della loro storia e della storia della loro famiglia e loro decideranno se tenerli oppure no.

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  4. "si tratta di non dar loro "un'anima", sono cose la cui importanza risiede nel nostro ricordo e il ricordo è dentro di noi". Ecco hai detto tutto. Ma io non riesco a buttare quasi niente. Senza speranza.

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  5. Io invece butterei tutto, al contrario di mio marito che conserverebbe anche la carta igienica. E' un anno esatto dall'ultimo riordino forzato delle sue-nostre cose. Io tendenzialmente alleggerirei molto di più in casa, ma per il quieto vivere va bene così per il momento. A lui ho fatto un ragionamento molto banale: noi viviamo in affitto in un appartamento non ammobiliato: se dovessimo traslocare domani quali sono le cose importanti che ti porteresti in macchina...
    Ok, non ho ancora avuto una risposta ;D!

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    1. Quella del trasloco è un'immagine giusta, si porta via solo ciò di cui non si può fare a meno.

      P.S. Anche mi marito è tendenzialmente "conservatore": buon sangue non mente!

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  6. Bello questo spunto di riflessione.
    Io conservavo tutte le carte delle caramelle da piccola, tanto per farti capire che "malati" ci si nasce!
    poi crescendo ci si impone sugli istinti più inutili e si cambia.
    Butto via le cose proprio mal volentieri, perchè "possono sempre tornare utili"... ma una volta ho letto una cosa illuminante, non ricordo più nemmeno dove, sigh...

    Diceva che dobbiamo fare giardinaggio nella nostra vita: solo tagliando e buttando via i rami secchi, in primavera potranno nascere germogli folti e forti. Ovviamente non era riferito agli oggetti, ma da allora ho imparato a liberarmi dei rami secchi anche fra le cose che ho in casa.
    In fondo sono soltanto "cose"...

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    1. Che bel commento che hai fatto Rachele, hai arricchito di una metafora calzantissima quello che intendevo.
      Anch'io ho quella vocina "possono sempre tornare utili", è per questo che mi voglio allenare a distinguere ciò che davvero può essere utile e ciò che invece è solo zavorra, "se davvero mi saranno utili che lo siano fin da ora, altrimenti non servono" è la frase che mi voglio educare ad ascoltare e che completerà quella vocina. :)

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