venerdì 5 aprile 2013

Esperienze (ultra)terrene


Sto leggendo l'ultimo libro di Valerio Magrelli.
Le prime pagine parlano del padre dell'autore e della sua dipartita.
Di come lui abbia dovuto preoccuparsi dell'aspetto pratico della morte: la sepoltura.
Non scendo in particolari, alcuni davvero divertenti ed inediti, ma vi voglio raccontare, non credo di averlo ancora fatto, del mio incontro con un'esperienza simile anche se opposta: la dissepoltura.
La cosa simpatica è che una cosa così intima, che ha a che fare con la morte, il lutto, i ricordi, i sentimenti, la vita, a me, proprio, non riguardava.
Ed ora mi trovo, mio malgrado, ad essere la titolare di ossa "sconosciute".
Mi spiego.

Un paio di anni fa, mia Suocera si trova ad affrontare un problema troppo grande per le sue forze.  
Cosa farne di due morte "in scadenza"?
Poco chiara? Proviamo così... mia Suocera aveva due zie paterne zitelle.
Una lavorò come domestica per una famiglia milanese, visse fino alla pensione in un abbaino, lasciatole a disposizione dai "padroni".
L'altra visse una vita acida e dispettosa, nella cascina di famiglia.
Non si sopportavano, troppo diverse.
La prima morì relativamente giovane (rispetto ai canoni odierni) e lasciò le sue cose a qualche nipote a caso, anche se voci maligne sostengono che la sorella acida si impossessò dei suoi preziosi.
Fu "messa via" (termine dialettale per dire sepolta) in un loculo.
La seconda morì ad età più ambita e lasciò la massima parte delle sue cose, mobili ed immobili, alla parrocchia (!!!! inutile dirvi il disappunto dei parenti, che dopo le angherie della dispettosa, si aspettavano almeno di essere risarciti da qualche gruzzoletto) e qualcosina ai suoi nipoti preferiti. La nipote preferita, neanche a dirlo, era mia Suocera, a cui somigliava fisicamente e che proteggeva sempre, in caso di lite con i parenti. (Ad essere onesti bisogna dire che fu una vera femminista, almeno con se stessa e le donne che le piacevano e tenete presente che stiamo parlando di 50 anni fa e più!)
Comunque, la sepoltura anche in questo caso avvenne in un loculo.
Ma il tempo passa e tutto, sappiate, tutto, arriva a scadenza, pure i loculi!!!
La prima sorella è già stata estratta e seppellita di nuovo, in terra, con contenuto opportunamente acidato.
La seconda scade e mia Suocera viene avvisata in quanto parente, state molto attenti, non erede, ma parente!
Mia Suocera fa un giro di telefonate tra parenti ancora in vita e chiede cosa fare delle due zie: bisogna liberare il loculo e la terra in cui le due stanno, il tempo è scaduto, c'è bisogno di spazio al cimitero e loro non ne hanno più diritto.
Dopo lunghe trattative, preventivi del comune, analisi per obiettivi, si giunge alla conclusione che è meglio estrarre i resti, farli cremare se necessario e riporli in apposito ossario.
E qui intervengo io, che non c'entro niente con le due zitelle, ma  qualcuno dovrà pure accompagnare la Suocera  a concludere questa (com)missione, no!?
Il giorno definito, andiamo al cimitero, dove stanno estraendo le bare dai loculi e qui apro una parentesi.
Questi poveri operai necrofori, oltre che togliere le lastre di marmo, spaccare il cemento, estrarre le bare, devono anche aprirle,compreso l'involucro di zinco, guardare il contenuto, assicurarsi della forma che hanno preso i resti (e per il 90% si tratta non di resti, ma di interi!) e chiedere ai parenti cosa fare: li rimettiamo da un'altra parte con altro "contratto di affitto"? o li facciamo cremare? 
NON VI SEMBRA UN LAVORO PER CUI NESSUNO STIPENDIO PUÒ COMPENSARE LA FATICA, L'IMPEGNO EMOTIVO E, PERCHÈ NO, ANCHE LO SCHIFO!? Perchè vi assicuro che non è solo il vedere, ma è anche il sentire l'odore dei morti che è terribile, un odore penetrante e indimenticabile, che si emana a distanza di centinaia di mq. nei dintorni e pensare che c'è stato anche chi ha detto che non voleva che un musulmano (perchè per lo più sono stranieri) toccasse il corpo del proprio parente cristiano! Roba da matti veri!! 
Insomma questi poveri lavoratori sono lì a chiedere cosa ne devono fare delle due zie, la prima in verità è oramai solo ossa e l'altra, la dispettosa, del tutto intera. Mia Suocera ha già deciso per la cremazione, ma bisogna comunque ratificare la decisione. Ci dirigiamo in comune, le impiegate, abituate a questo lavoro, sono assai allegre e ridanciane, ci guardano e ci chiedono a che nome intitolare la concessione per l'ossario che andranno ad occupare le ceneri delle ziette.
Mia Suocera fa per fare il gesto del "a me", mano sul petto, ma loro sorridono, con un po' di imbarazzo misto a complicità dicono:
"La concessione dura 20 anni...", 
io capisco al volo, sorrido, mia Suocera mi guarda interrogativa e poi scoppia in una risata, la sua,
"Ah, be, chissà se io ci sarò tra 20 anni? Anzi, non ci sarò per niente!" 
" Ehm, " guardandomi lei e le due impiegate, "ti dispiacerebbe intitolarla a te?" 
A me? Ma che cosa c'entro io con le due zitelle?! penso.
Non c'è niente da fare sono stata chiamata dai piani alti:
"Eh, vabbè..." 
Così, da quel giorno, sono la titolare dell'ossario delle due sorelle, per 20 anni, e sapete una cosa? Io non possiedo niente, ma sono titolare di un ossario, UN OSSARIO!!!!
Ma non vi viene da ridere!?

10 commenti:

  1. Io non ho ancora smesso di ridere dall'inizio del post :)))

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    1. Penso che ridere di queste cose, faccia bene.
      Non so quante volte ho visto Funeral party, per me è catartico. ;)

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  2. mi hai fatto sbellicare e non è la prima volta che mi capita con la tua suocera!|!!!!

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  3. Wow! Ma allora sarai target della prossima patrimoniale, POSSIDENTE!!! ahahah!!!

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    1. Uhm...possidente...prima casa, no, al limite, ultima! Bene di lusso, non direi, non brilla neanche! Vediamo ... bene durevole, sì, direi bene durevole! ;)

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  4. Oh mio Dio!!! Di un ossario nooooooooo :D

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  5. :D E' una bella responsabilità, però! Un bacio :)

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