venerdì 12 ottobre 2012

Il rispetto


Penso che il rispetto sia uno dei valori più importanti.
Si può tradurre in tantissime situazioni.
E', al pari della fiducia, essenziale nel rapporto con gli altri ed è ciò che alimenta la nostra dignità.
Oggi vorrei parlare di rispetto.

Ne voglio parlare a proposito di un fatto che tutti avrete sentito dai tg o letto sui giornali/web, a proposito del bambino che è stato portato via di peso da scuola.
Non voglio parlarne in termini di di chi è la colpa, non mi interessa sapere chi dei due genitori ha ragione, se i poliziotti si sono comportati in maniera corretta, eccetera, eccetera, eccetera.
Ho la mia opinione e, come tante, non ha importanza.
Quello che però vorrei dire è che, sicuramente, questo povero bambino non è stato rispettato.
E' diventato per qualche ora lo spettacolo dell'Italia intera.
Ora immagino che si farà di tutto per sapere i minimi dettagli di questa, che io considero tragica, storia famigliare.
Si dirà tutto e il contario di tutto, mettendo da parte il benessere e il diritto di questo bimbo ad essere sereno e rispettato.
I cartelli fuori dalla scuola, con il suo nome scritto a lettere cubitali,  sono un'aggressione alla riservatezza di questo bambino.
I miei figli, ieri sera, davanti alle immagini del "prelievo", pur essendo abbastanza grandi da capire, sono rimasti malissimo, angosciati da ciò che sarebbe stato del bambino e chi dei genitori fosse il cattivo.
Ecco, questo modo di fare "informazione" è privo di rispetto, in primis nei confronti delle "vittime" e poi nei confronti di chi guarda, che si trova emotivamente e violentemente coinvolto in una questione che mai può essere giudicata da uno spettatore.
Allora vorrei dire,
MA I BAMBINI NON HANNO DIRITTO AD ESSERE RISPETTATI?
SOLO PERCHÈ NON POSSONO OPPORSI, POSSONO ANDARE IN PASTO AL MONDO INTERO?
SI PUÒ FARE INFORMAZIONE CHE SEGUA REGOLE MINIME DI ETICA?
MA LA TUTELA DEI MINORI, NON TOCCA ALLA SOCIETÀ INTERA?


19 commenti:

  1. Ci sono rimasta male e ho girato canale quando sono arrivati in sala i miei figli. Sono troppo piccoli per vedere 'ste scene. Li ho protetti. Ma quel bambino chi lo protegge?

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  2. è il proprio il motivo che mi ha portato a non proferir parola e a non scrivere nulla sull'accaduto!!!
    Brava: bel post! Sottoscrivo!!!!

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    1. Anch'io avevo il dubbio se scriverlo o no, poi ho pensato che certe cose vanno dette.
      Trovo ingiusto e irrispettoso il modo in cui queste terribili storie vengono trattate, si dimentica che dietro ci sono persone reali e non solo immagini. Quando poi si tratta di bambini, non ci sono scusanti.

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  3. E' semplicemente ributtante il fatto, e orrendo che per lo share si sia mostrato il video.

    Io credo che ci sia il diritto alla privacy, che non consiste nell'oscurare il volto....

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    1. Mi viene un'immagine alla mente.
      Hai presente nei film di pirati? Il condannato legato sulla passerella, con le spade dei pirati puntate alla schiena e sotto gli squali ad aspettare famelici?
      Questo tipo di comunicazione tratta persone, minori, come condannati a morte e li manda in pasto a noi e noi, il pubblico, troppo spesso, ci prestiamo a questo orribile massacro.
      Io penso che sia il momento di sottrarsi a quest'ingiustizia. Troppi anni di televisione deficiente, ci ha trasformato in esseri senza volontà di scelta, morbosi di fronte il dolore e amorali. Io non ci sto più, ci sono cose che il limite lo superano, vanno evitate, è necessario evolvere, è il momento.

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  4. Bel post... hai trovato le parole che cercavo!

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    1. E' stata una sensazione di disagio a muovermi. Ieri sera ero proprio arrabbiata, sono stanca di questo modo di trattare la sofferenza, se poi i sofferenti sono bambini, ci vuole anche pudore. Quel pudore che sembra un valore fuori moda, ma che invece, a volte, protegge.

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  5. Il problema dell'informazione, in Italia come altrove, è piuttosto complesso.
    In ogni caso io credo che fosse giusto rendere noto cosa è consentito fare ad un bambino in Italia!
    Io credo che il mancato rispetto del bambino sia essere arrivati al punto di usargli violenza pensando che non ci fosse altra strada.
    Non mi permetto di entrare nel merito della diatriba fra i genitori perché non ne so a sufficienza, quello che mi ferisce profondamente come essere umano e come madre è vedere lesi tutti i diritti fondamentali dell'infanzia.
    Io ho paura a vivere in uno stato che permette che cose del genere possano accadere. Perché se si permette che i bambini siano toccati, allora non ci sono più limiti.

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    1. Intanto ti ringrazio per questo commento "non in linea", perchè mi dai la possibilità di spiegare meglio ciò che intendevo dire.
      Non son entrata nel merito della vicenda nel post e non lo faccio neanche nei commenti, non ho sufficienti strumenti per formulare un'opinione corretta.
      Permettimi, però, di dissentire di nuovo sull'opportunità di mostrare quelle immagini.
      Un conto è rendere noto, un conto è utilizzare (perchè di questo stiamo parlando), attraverso immagini violente, la sofferenza e l'evidente impotenza di questo bambino, per fini di esclusivo share. Il fatto in sè è ovviamente una cosa di cui sdegnarsi, ma lo è anche se questo povero bambino non viene spiattellato su tutti i televisori d'Italia.
      Non avrebbe lo stesso impatto! Certo! Ma tu credi che le persone, che si stracciano le vesti davanti a questi fatti, sono davvero colpite da tali eventi? Io no.
      Quante persone conosco in situazioni familiari pesantissime, quanti bambini contesi che vivono in sofferenza le decisioni dei genitori, quanti problemi economici peggiorano le relazioni affettive di questi tempi! Ma allo stesso tempo, posso dire che tantissimi sono lasciati nella più totale solitudine, anche da chi punta il dito di fronte a queste notizie! Perchè non ci si sdegna e si mobilita il Parlamento per questo?!
      Non sarebbe allora meglio una via educativa nei confronti della società? Un input a cercare di vivere le difficoltà, in termini di solidarietà e di tessuto sociale coeso?
      La mia paura più grossa, in questo contesto, non è sapere che lo Stato sbaglia, ma che la società, presto, si dimenticherà della sofferenza di questo bambino, digerita come si fa, dopo aver guardato una fiction, in attesa famelica di immagini di qualche tragedia ancora più forte.
      Ma lui, a vita, sarà indicato, nella sua cerchia sociale, come il bambino trascinato via a forza da scuola, marchiato da un fatto che ha solo subito. In poche parole non sarà più lui, ma l'immagine che di lui hanno dato. Non è stato rispettato e questo è un altro diritto fondamentale calpestato.

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    2. Concordo con quanto dici sull'altro diritto fondamentale calpestato, ma lui sarà additato a vita come tu dici non da chi ha guardato la notizia sui media e non conosce la sua faccia ma da chi - questa è la vera tragedia - condivideva e condividerà con lui il quotidiano, dai suoi compagni di scuola ad esempio, dagli insegnanti, dalle persone insomma che finora hanno fatto parte del suo contesto sociale.
      Lo stato, la società, siamo tutti noi! E, a mio parere, è ora che si smetta di scandalizzarsi dietro le porte e ci si alzi in piedi a dire "Io non ci sto", "Non in nome mio", e poi ci si comporti di conseguenza. Perché di tragedie come questa tutti, con i nostri comportamenti da isole, siamo parimenti responsabili.
      Certo, come cittadino, posso cominciare con il dire che non voglio che sia pagato uno stipendio con i soldi pubblici - quindi di tutti - a persone che trattano così l'infanzia!
      E questo mi pare un primo fondamentale passo.
      Ma questa è solo la mia opinione, chiaramente.
      Buon we!

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    3. Credo che seppur ancora distanti sull'opportunità delle immagini, siamo però d'accordo sul valore di fondo che è il rispetto dell'individuo e anche su ciò che costituisce una società e cioè il sentirsi parte di un insieme, in cui ognuno ha la propria responsabilità.
      Grazie per il tuo pensiero e buon week end anche a te. :)

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  6. Sono d'accordo con te, la notizia poteva essere veicolata diversamente e non con sensazionalismo privo di senso. Il problema è che le immagini sono state diffuse dai parenti del bambino e la madre era in tv il pomeriggio stesso, forse pensava fosse l'unico modo per avere aiuto? Non so, ci ho pensato tanto ma non riesco a dire cosa farei nella disperazione.
    Secondo me c'è troppa indifferenza prima di arrivare alle telecamere, la solitudine porta ad esagerare, temo.

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    1. Non ho fatto commenti sulla famiglia. Credo che in certe situazioni, la disperazione porti a gesti di cui non si riesce a prevedere le conseguenze.
      Ma per paradosso è ancora peggio: approfittare dell'evidente condizione di bisogno della famiglia, per gestire la notizia in questo modo, è un elemento di ulteriore riflessione. Di nuovo: perchè non esiste un'etica generale, che definisca come prioritaria la protezione dei minore? Una protezione, che comprenda anche i fatti compiuti dalla disperazione dei suoi genitori?
      In ogni caso, purtroppo, siamo tutti responsabili, quando viviamo indifferenti nei confronti della sofferenza altrui.

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  7. Io ho visto il video sul web e per poco non ho vomitato. Letteralmente. Mi è sembrato che mi avessero dato un pugno sullo stomaco. Io tutto ciò che riguarda violenza sui bimbi non la reggo. E' più forte di me, vuoi che per esperienza personale ho una sensibilità maggiore rispetto ad altri. Ed il comportamento di chi ha ruotato intorno a questa vicenda è vergognoso. Un bimbo che non viene rispettato, che viene deliberatamente aggredito fisicamente, invaso nella privacy non potrà più essere tranquillo fino in fondo. E questo è doloroso perchè il diritto primario dell'infanzia è il rispetto della persona stessa. Violare tale diritto comporta responsabilità enormi, di cui però, non sembra che l'opinione pubblica, nè i corpi di Stato si rendano conto. Fosse per me lascerei cadere un velo sulla storia, in modo che possa essere vissuta solo e soltanto dai diretti interessati. Con conseguenze annesse.

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    1. Hai colto perfettamente il senso del mio pensiero. :)

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  8. Oggi in piscina ci hanno detto che non potevamo fare foto ai nostri bambini in vasca per la privacy degli altri che erano con loro. Ma poi riprendere e dare in pasto ai media scene come quella cui fai riferimento è più che normale.
    Non ho parole, il mondo sta impazzando. e temo siamo noi che lo stiamo permettendo.
    baci

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    1. Poi, per paradosso, ci sono situazioni in cui tutto è vietato.
      Penso che però i due estremi si tocchino.
      E' la mancanza di responsabilità personale, che da un lato vieta a tutti, per evitare problemi e, dall'altra, scarica sul bambino, sulla sua famiglia e sulla collettività le conseguenze delle proprie azioni (in questo caso dei media).
      In fin dei conti basterebbe il buon senso e un po' di serietà...

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