mercoledì 31 ottobre 2012

Qualcosa regalato, qualcosa rubato, qualcosa non va.


Quest'anno, in prima media, il Piccolo Principe ha in classe un ragazzino filippino.
Ora è il suo compagno di banco.
Gli ha regalato questo origami.
che si trasforma in questa...

...stella ninja!

Parla pochissimo italiano.
Capisce un po' sì, un po' no.
Il Piccolo Principe ride  (ma non lo prende in giro, se lo facesse, me lo mangerei!), raccontando gli equivoci dovuti alla lingua e all'età: il più delle volte porta i libri sbagliati, quando c'è la gita non porta il pranzo a sacco, ma lo zaino per far lezione, e, insomma, sembra sempre fuori luogo.
La scuola in cui vanno è in un quartiere del comune, in cui arrivano ragazzini da almeno altri 4 quartieri. Vi si mischiano tante nazionalità, tante situazioni famigliari, tante sociali, tante disabilità. E' una scuola grande e ricca di ogni tipologia umana. E' una scuola che fa un minimo di alfabetizzazione, i ragazzi stranieri hanno la possibilità di fare delle ore di lingua italiana .
Il nostro amico ogni tanto esce dall'aula, chiamato da altri compagni di altre nazioni e va a fare lezione con loro.
L'altro giorno è successo all'ora di uscita.
Bussano alla porta dell'aula, lo chiamano, lui esce e lascia lì lo zaino.
Due suoi compagni, che prendono il pullman e scendono con lui, nell'uscire per andare a casa,  hanno un'idea carina: gli prendono lo zaino e glielo portano alla fermata, così alla fine della sua lezione non dovrà correre in classe a ritirarlo e potrà venire velocemente al pullman.
Sono stati gentili, ma lui non arriva, il pullman deve partire, cosa ne fanno dello zaino?!
Si guardano, tentennano, cosa ne facciamo?!
Lasciamolo lì, quando arriva per prendere l'altro autobus, lo trova, dai, facciamo così!
Sì, ma speriamo che lo ritrovi!
Lo zaino viene lasciato sul marciapiede.
Il nostro giovane amico lo troverà.
Fin qui tutto bene.
Mi sembra che il gesto dei compagni sia stato molto bello, hanno pensato al compagno, sono stati gentili, anche se un po' azzardati, ma...non finisce qui.
Il giorno successivo, la mamma sbraitante in inglese (la signora non conosce l'italiano, ahimè!), si precipita a scuola e protesta, protesta, protesta!
Ah, certo, lo zaino è stato trovato, ma senza i € 5,00 che suo figlio vi custodiva!
Viene a chiedere cosa è successo e chi ha portato via lo zaino e rubato i soldi, perchè suo figlio non lo ha capito!
I compagni gentili raccontano il loro gesto. Non hanno rubato loro i soldi, forse qualcuno che ha visto lo zaino sul marciapiede ci ha frugato dentro...
I ragazzi sembrano sinceri, così almeno mi dice il Principe: chissà chi ha preso i soldi?! Se lo chiedono anche loro.
Ora per darvi un quadro più completo della situazione vi dirò che € 5,00 per quella famiglia non sono spiccioli, perchè ci sono famiglie per cui anche i centesimi non sono spiccioli.

Come dar torto alla mamma?!
Come dar torto ai due compagni, tutti presi dal loro atto di solidarietà e amicizia?!

Ma perchè ci sono situazioni in cui ci sono solo vittime?! 
Ma perchèèèèè?!

Se fosse una sceneggiatura farei perdere al ladro i soldi e li farei trovare al piccolo filippino, che, esultante, li porterebbe alla madre!
Ma la vita non è un film! Il lieto fine non è obbligatorio...
Mi consolo, guardando l'origami di un ragazzino "fuori luogo" e penso che è bello e romantico, regalare qualcosa di sè.

10 commenti:

  1. Hai ragione: perché :(!?
    Il gesto di solidarietà però mi fa pensare che per la generazione dei nostri figli ci sia una possibilità. Posso immaginare la furia della mamma, forse e non solo per i 5 euro in quanto tali, ma magari perché ha frainteso il gesto... E' dura!
    In classe di mio figlio (prima elementare) c'è un bimbo straniero che parla perfettamente l'italiano ripetente. Quest'anno il bambino è piuttosto "sopra le righe", pare che disturbi in classe. Cerco di spiegare a mio figlio che forse quel bambino è solo un po' arrabbiato. Che forse provando a parlarci, a sorridergli potrebbe essere un po' diverso. Lo so che è banale, ma la mamma dice di avere altri tre bambini e di non potere stargli dietro, di non poter aiutarlo... E anche lei sembra sempre molto arrabbiata. Ecco! E' dura, ma forse la loro generazione troverà il modo di superare tutte queste difficoltà. E noi possiamo cercare di accompagnarli fin dove possiamo.

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    1. Il franintendimento ha fatto da padrone!
      Del resto la lingua è importante, la cultura è qualcosa che si respira crescendo, per uno straniero tutto è da codificare, tutto è nuovo e alle volte incomprensibile.
      I bambini, i ragazzi, figli dell'immigrazione, sono il cuscinetto in cui le culture, quella di partenza e quella di arrivo, si appoggiano, hanno una grande responsabilità, più grande di quanto pensino. Come al solito sta agli adulti aiutarli e molte volte noi non siamo all'altezza. In ogni caso la loro freschezza, la loro voglia di mischiarsi, è la più grande risorsa che la società nel suo insieme può avere ed è bene che impari ad assecondarla, a parer mio.
      A fine anno il compagno del Principe saprà parlare e capire l'italiano, speriamo che anche la sua mamma abbia la stessa facilità ad inserirsi nella nostra società.
      Però, che peccato quei cinque euro! ;)

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  2. L'origami è bellissimo. Questo bambino "fuori luogo" mi ricorda due ragazzini italiani che hanno entrambi dimenticato, in giorni diversi, lo zaino a casa con conseguenti corse in macchina della loro mamma. Forse il bambino filippino è solo un altro bambino diversamente attento e, perché no, diversamente Italiano.

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    1. E' quello che ha detto anche mio marito: "Ma non è che capisce benissimo, ma è solo sbadato?!".
      E chi lo sa? Lui solo lo sa!
      In ogni caso credo che sia un po' confuso, troppe novità tutte insieme.
      Comunque hai ragione, credo proprio che in qualsiasi caso diventerà "diversamente italiano" (bellissimo, diversamente italiano, bellissimo!). ;)

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  3. L'origami è bellissimo, come altrettanto lo è stato il gesto dei compagni del bimbo diversamente italiano (troppo bello, questo binomio!), peccato sia finito male...

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    1. Infatti, speriamo che l'esperienza non condizioni le loro prossime buone intenzioni. :)

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  4. Spesso le buone intenzioni portano a cattive conseguenze, è ingiusto. I ragazzi continueranno ad aiutarsi e a crescere insieme, chi ha rubato quei soldi invece non andrà da nessuna parte perché "diversamente civile" ...

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    1. "Diversamente civile": altro eufemismo azzeccatissimo, me li devo segnare! ;)

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